

C: Pashed;
D: Merira;
E: Qaha;
F: Apii;
G: Khawy;
H: Neferronpet;
I: Amennakht;
J: Harsheri;
K: Prahotep;
L: Khabekhnet;
M: Sennedjem;
N: Nebamentet;
O: Nebamun;
P: Harnufer;
Q: Amenemhab
29
.
Entrando nel villaggio ed iniziando a percorrere
la via principale verso sud, dopo poche decine di
metri ci saremmo imbattuti in una delle abitazioni
più antiche del villaggio, datata alla XVIII dinastia,
anche se ristrutturata ai tempi della XIX. Il nome
del proprietario, inciso sul basamento della co-
lonna presente nella sala del “divano” fu letto nel
1931 dall’egittologo francese Bruyère: Uennakht,
padre di Penpakhenti
30
. La casa è molto ampia,
contando ben sette stanze: è priva però della sala
del letto chiuso. La cucina, ubicata nella settima
sala, è addossata al primo muro di cinta del vil-
laggio, datato alla XVIII dinastia. Uennakht era un
semplice “servitore nella Sede della Verità”, ma
la sua casa era molto spaziosa. Salutato Uen-
nakht, percorsi pochi metri, ecco venirci incontro
Qeha, un capo operaio. Costui pare molto orgo-
glioso di casa sua: ci indica la cornice della porta
sulla quale sono incisi in un bel geroglifico rosso
il suo nome e quello di sua moglie, Tuy.
La pianta di questa casa è piuttosto anomala: in-
fatti presenta due stanze di soggiorno con co-
lonne (3 e 4), tre camere da letto con cantina, due
vani laterali ed una cucina con due forni. Una casa
così grande si spiega con l’elevato numero di figli
di Qaha: ben otto. Dopo esserci accomiatati dal
caposquadra è tempo di uscire dal villaggio.
Nella cittadina di Pa demi, come abbiamo visto,
convivevano sia i capisquadra che i normali operai
e non era strano che questi ultimi avessero delle
case anche più belle dei loro superiori.
Alessandro Rolle
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s p e c i a l e d e i r e l - m e d i n a
29 Di alcuni di questi personaggi parleremo in una delle
prossime uscite.
30 Stele 1248 esposta al British Museum di Londra.
31 Da “Vivere nell’antico Egitto”, pg. 25. E. Leospo - Mario
Tosi, Giunti.
14. Pianta dell’abitazione di Qaha
31
.