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…..

+A.f biA nmi.f Hrt iar.f n nTr aA smA.f tA m Htp r imnt nfrt......spr.f r DADAt nTr(t) Dd.t(w) n.f iw-

m-Htp in wrw nw AbDw di.t(w) n.f. awy m nSmt Hr wAwt imnt.....

‘Possa egli attraversare il firmamento e possa percorrere il cielo! Possa egli salire presso

il dio grande ed essere sepolto in pace nel bell’occidente!......Possa egli giungere al tribunale

divino e sia detto a lui: ‘Benvenuto!’ dai grandi di Abido

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! Siano date a lui le braccia nella

barca

nescemet

sulle strade dell’occidente....’.

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Per completare il discorso sull’evoluzione della formula delle offerte bisogna andare alla

fine del Primo Periodo Intermedio. In questa epoca tale formula, dopo una lenta evoluzione,

si codificò in maniera stabile e, con qualche inevitabile variante, rimase pressoché inalterata

per tutta la storia egizia. Le principali differenze rispetto alla versione più arcaica consi-

stono nel fatto che Osiride, corredato da una serie di epiteti, sostituisce Anubi come divinità

principale (Anubi tuttavia comparirà ancora sporadicamente dopo Osiride); inoltre si im-

porrà Upuaut, anch’esso, come Anubi, dio dall’aspetto di sciacallo. Oltre a ciò l’offerta richie-

sta non consiste più in una ‘bella sepoltura’, ma in una serie di mezzi di sussistenza (pane,

birra, buoi, uccelli, stoffe, vasi di unguento, ecc...sovente espressi in migliaia) per poter vi-

vere nella vita ultraterrena. Un’ultima osservazione: la richiesta di offerte che nel periodo

più antico è rappresentato per lo più sulle pareti delle tombe, in quest’epoca viene costan-

temente incisa su stele che in gran numero possiamo ammirare nei vari musei sparsi per il

mondo. Diamo qui un esempio di questa formula relativa ad una stele del British Museum:

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¡tp di nsw Wsir nb ©dw nTr aA nb AbDw di.f prt-xrw t Hnot kA Apd Ss mnxt xt nb(t) nfr(t) wab(t)

anxt nTr im,

‘Offerta che il re dà ad Osiride, signore di Busiri

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, dio grande, (affinché) egli dia l’offerta fune-

raria di pane e birra, buoi e uccelli, stoffe e alabastri, e ogni cosa buona e pura di cui vive il dio’

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.

Caratteristica delle stele del Medio Regno è che riportano, oltre al nome del titolare,

anche l’elenco dei suoi numerosi parenti, per cui si assiste ad una lunga enumerazione di

figli e figlie in aggiunta al nome della moglie e, talvolta, anche dei genitori. Tali liste di nomi

ci forniscono anche importanti notizie sui titoli che questi personaggi portavano: possiamo

così conoscere quali erano le cariche e le occupazioni lavorative della gente in questo pe-

riodo. Inoltre non poche stele riportano notizie biografiche sul titolare, che, anche se sono

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a n g o l o d i f i l o l o g i a

In note: