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PERGAMO
Pergamo, rappresenta uno dei princi-
pali siti in cui si vennero a creare indirizzi culturali,
orientamenti di gusto, espedienti architettonici e
tradizioni artigianali che maggiormente influenza-
rono l’età ellenistica
12
. L’organizzazione urbanistica
del sito prevedeva una parte alta, con edifici gover-
nativi, di rappresentanza, caserme e presidi militari,
monumenti e edifici sacri ed una parte bassa, con
le private abitazioni, coordinate attorno all’agorà e
ai Ginnasi
13
. Sebbene la planimetria della città abbia
un carattere meno sistematico di quella delle città
di Alessandria e Priene, essa si presenta in modo
simbolicamente monumentale, articolata a venta-
glio attorno alla cavea del teatro, per un dislivello di
circa 275 metri (dai 60 m s.l.m. della parte bassa)
14
.
Il motivo fondamentale che traspare dai vari monu-
menti è l’esaltazione della dinastia degli Attalidi che,
contenendo l’avanzata adest dei Galati, si propongo-
no come il nuovo baluardo della civiltà contro la bar-
barie
15
. Dopo il breve regno di Eumene I, sarà Attalo
I, regnante tra il (240-197 a.C.), a distinguersi per
la sua prima vittoria contro le popolazioni celtiche
(230 ca.). A memoria di tale trionfo, il principe fece
costruire da Epigono di Pergamo, caposcuola locale
delle botteghe scultoree, su un alto basamento alto
4,64 m collocato nel Santuario di Atena Nikephòros,
“portatrice di vittoria”, un gruppo bronzeo di sei sta-
tue raffiguranti i Galati morenti (230 a.C.)
16
.
Nell’esaltazione della dignità eroica dei vinti, novità
del tutto inconsueta, si affaccia un nuovo contenu-
to nell’arte greca, non più basato sul confronto tra
mito e storia, ma sulla consapevolezza del dramma
umano che accomuna vincitori e vinti e che cerca la
sua catarsi nell’enfasi oratoria affidata ad un’effica-
ce evidenza veristica
17
. Legato alla celebrazione della
seconda vittoria contro i Galati (166 a.C.) è l’altare
dedicato a Zeus Sóther, “salvatore” edificato sotto
12 Insieme con Alessandria d’Egitto il sito pergameno (Misia-Asia Min.) oggi offre il miglior esempio dei
progressi e delle realizzazioni di questo grande movimento di creazione architettonica. L’area archeologica
su cui si conservano le vestigia dell’antica città è stata riscoperta a partire dal 1873 dalla scuola archeologica
tedesca e gran parte delle opere, anche di dimensioni monumentali, sono state ricollocate nel Museo di
Berlino.
13 Idiversi terrazzamentiqualificano levarieemergenzemonumentali.DEVECCHI-CERCHIAI,1999,cit.p.,83.
14 Per un’approfondita conoscenza dell’articolata planimetria della città di Pergamo, si consulti:
CHARBONNEAUX-MARTIN-VILLARD, 2008, pp. 69-76.
15 Essi abbellirono la città come una novella Atene, rivaleggiando in grandiosità e decoro e riprendendone
i valori simbolici.
16 Digrandeimpattoemotivo,l’operaècompostasecondolineepiramidali,inun
climax
digestiedespressioni
carichidipathos,checulminanoalcentrocon lafiguradelgalata inattodisuicidarsi(m2,11),mentresorregge
ilcorpoesanimedellacompagna.Lascenaacquistaunastraordinariavalenzaeroica,per ilvaloredelgestodi
chisi toglie lavitapersottrarsiall’infamiadeisuoivincitori, insintoniacongli idealidellamoralestoica. Il tema
del vivo che sorregge il morto, in un gioco di contrasti tipicamente di gusto ellenistico, era già stato affrontato
da un seguace di Skopas, Antigono di Caristo, nel celebre
Menelao e Patroclo
,
visibile in una copia presso la
Loggia dei Lanzi a Firenze (230 a.C. circa). In quest’opera il pathos è accentuato dall’irreversibile tragedia che
coinvolge tutti ipersonaggirappresentati.Per l’artepergamenasiveda:BECATTI,p.313ss;CHARBONNEAUX-
MARTIN-VILLARD, 2008, pp. 259-264.
17 Questa compartecipazione al destino dei perdenti è sottolineata dall’attenzione con cui viene descritto il
tipoetnico,neibaffi,neimonili,nellafisionomia.Leprincipalicopie inmarmodel
Galatamorente
edel
Galata
suicidacheuccide lamoglie
sonoconservaterispettivamenteaiMuseiCapitolini,StanzadelGladiatore(inv.747)
e nel Museo Nazionale a Romano, Palazzo Altemps (inv. 8608).
il regno di Eumene II (197-l59 a.C.)
18
. Di eccezionale
fattura risultano i due rilievi dell’altare: un grande
fregio correva lungo tutto il basamento raffiguran-
do una colossale Gigantomachia, mentre un secon-
do rilievo, di dimensioni minori, apposto sulle pareti
interne del portico sovrastante, illustrava la Telefia,
ovvero le imprese di Telefo, mitico figlio di Eracle e
progenitore della dinastia degli Attalidi
19
. Questa ti-
pologia di fregio, continuo, fluido, pittorico ebbe
particolare seguito a Roma, soprattutto a partire dai
rilievi dell’Ara Pacis.
18 Analizzando l’opera, celebrativa della vittoria di Pergamo sui rivali Galati, si evince il carattere dinastico e
celebrativo dell’arte pergamena, arte di corte che per sua unicità d’intonazione ed espressione si definisce
“barocco”
pegameno. DE VECCHI-CERCHIARI, 1999, cit., p. 88; per una descrizione approfondita dell’
Altare di
Pergamo
sivedano
:
BANDINELLI-PARIBENI,1976,schede505-506;BEJOR-CASTOLDI-LAMBRUGO,2008,pp.
377-383; CHARBONNEAUX-MARTIN-VILLARD, 2008, pp. 50-51.
19 Pervasadiritmiconvulsi,secondolineecompositiveedinamichedivergenti,basatesulladiagonale,ilrilievo
della
Gigantomachia
accentua rispetto al monumento di Epigono gli effetti drammatici fino a raggiungere
caratteri definiti teatrali, o persino barocchi. I riferimenti evidenti a Skopas, assimilati allo stilema dell’onda
continua, sono interpretati nella dialettica tra umano e bestiale inteso formalmente come contrapposizione
tra bello e brutto. Di tono diverso è invece il fregio di Telefo, forse vicino ad un modello di origine pittorica.
Pergamo, infatti, vantava una notevole scuola di pittori, le cui opere sono note attraverso copie presenti tra
le pitture murarie di Pompei. Inoltre Telefo compare al primo sbarco degli Achei in Asia minore, prima come
oppositore e poi come alleato contro Troia. Il tema si ricollega, quindi, alla politica dinastica e ai rapporti con
la civiltà greca originaria. Per un’approfondita conoscenza dei rilevi dell’Altare si vedano: CHARBONNEAUX-
MARTIN-VILLARD, 2008, pp. 265-285. BEJOR-CASTOLDI-LAMBRUGO, 2008, pp. 378-383; BECATTI, 2003,
pp.314-315; BANDINELLI-PARIBENI, 1976, schede n. 505 e 506.
3 / Eracle Farnese