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LA CITTÀ
La civiltà alessandrina comportò sia nel
campo dell’architettura religiosa, sia in quella civile,
un ingrandimento delle dimensioni, una monumen-
talizzazione scenografica degli edifici, culminata con
la sostituzione in pietra e marmo di molte costruzio-
ni ancora realizzate in legno. La vera novità dell’El-
lenismo, tuttavia, non risiede nei singoli edifici, ma
nella nuova dimensione urbana in cui questi sono
concepiti ed articolati: essi rappresentano le singole
unità di un unico complesso monumentale; la città,
quindi, risulta progettata da un singolo artefice che
si avvale della collaborazione di diversi architetti ed
artisti
10
.
La nuova architettura urbanistica che prevede la di-
sposizione scenografica delle aree monumentali in
conformità ai principi di euritmia e di simmetria, con
risoluzioni prospettiche di valore allusivo e simboli-
co, viene a contrapporsi alla tradizionale organizza-
zione dei siti coloniali, con i loro tracciati ortogonali
e la disposizione funzionale degli ambienti a partire
dai bisogni della collettività
11
. Tra gli esempi urbani-
stici utili per comprendere tale trasformazione si ri-
corda principalmente la città di Pergamo.
10 Per comprendere al meglio le trasformazioni dell’architettura ellenistica, ancora divisa tra tradizione e
innovazione, si veda CHARBONNEAUX-MARTIN-VILLARD, 2008, pp. 5-22.
11 E’ evidente che la sperimentazione di nuovi tracciati urbani poteva facilmente avvenire per città di recente
fondazione. E’ il caso di
Alessandria d’Egitto
progettata da Deinokrates di Rodi che riprende la pianta della
città di
Mileto
,
attribuita al leggendario Ippodamo, qui riproposta in una scala monumentale col
cardo
e il
decumano
che raggiungevano la larghezza di circa trenta metri.
2 / Arco Costantino
tondo adrianeo caccia al leone