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IL RITRATTO

Alla corte di Alessandro Magno ven-

gono realizzati da Lisippo i primi ritratti imperiali.

Sebbene ancora idealizzati, secondo stilemi ancora

tipicamente scopadei, si vogliono indagare nelle pie-

ghe fisiognomiche e nelle espressioni volutamente

enfatizzate, qualità morali e psicologiche: la fronte

tesa ed aggrottata, i capelli scarmigliati, le profonde

orbite oculari, la bocca semiaperta. I personaggi di

corte ritratti, come l’Aristotele di Vienna, o le erme

raffiguranti gli uomini illustri della civiltà della

pÒlij

(per esempio Euripide, Demostene), noti soprattut-

to attraverso copie di età romana, vengono realizzati

in diverse versioni, quasi a rendere onnipresente la

loro immagine. Il carattere veristico delle fisionomie

presenta una nuova concezione del bello, più atten-

ta ai valori morali, che alla regolarità, alla simmetria,

alla purezza delle forme; al contrario, la senescenza,

le rughe, i tormenti e le tensioni del volto, l’irregola-

rità delle scriminature divengono i segni sui quali si

può leggere ed apprezzare la storia di una vita in-

tensamente vissuta

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.

Lo spostamento d’interesse dal bello ideale al bel-

lo morale nel gusto artistico della civiltà ellenistica,

comporta anche un mutamento delle funzioni pro-

prie dell’opera. Non si tratta più di realizzare simu-

lacri rappresentativi di un divino umanizzato o di

un umano in forma sublime; tutte le arti, secondo

la concezione aristotelica, sono delle retoriche, degli

strumenti per persuadere o per commuovere, per

richiamare e per coinvolgere lo spettatore rispetto

ad un determinato contenuto, che può essere volta

per volta storico, morale, educativo, celebrativo, op-

pure eminentemente erudito. La produzione artisti-

ca diviene, perciò, estremamente variegata e multi-

forme; ciò che conta ormai non è più la bellezza del

modello ma la bravura dell’artista che fa la bellezza

dell’arte

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.

5 Nelle dimore principesche o negli spazi urbani a carattere monumentale, come le agorà o le acropoli, la

presenza di statue o di erme raffiguranti personaggi della politica e della cultura, diventa col tempo cospicua

e significativa.

6 BANDINELLI-PARIBENI, 1976, p. 91.