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traslazione tarda, giacché Pausania lo vedeva in

Olimpia al tempo degli Antonini

44

. L’opera era forse

giunta a Roma per iniziativa di Massenzio, al fine di

decorare le terme innalzate a suo nome (306-312

d.C.), poi dette di Costantino

45

. Realizzata attraverso

la tecnica della fusione a cera persa, dall’interno è

possibile riconoscere le giunzioni dei pannelli di cera

che erano stati applicati dentro le forme

46

. Rimanda

alla fase classica il raro dettaglio dell’ematoma sotto

l’occhio destro reso con un elemento fuso separa-

tamente in una lega scura

47

. Le labbra sono in rame

massiccio, quanto ai globi oculari (perduti), questi

erano stati collocati agendo dall’interno della testa,

dopo che questa era stata saldata al corpo

48

.

La ricerca dell’attimo pregnante si rivela attraverso

le agemine di rame rosso applicate sulla gamba e sul

braccio destro, compreso il guantone: gocce di san-

gue sarebbero cadute dalle lacerazioni osservabili

sul viso, nell’istante in cui l’atleta gira bruscamente la

testa allo squillo dell’araldo che precede il verdetto

che avrebbe decretato il vincitore

49

. Lisippo, inoltre, è

l’unico artista celebrato in antico per aver alluso alla

sordità. Nel Pugile, infatti, il gonfiore delle orecchie

ostruisce la conca auditiva. Quanto al basamento

originale della statua, la datazione stilistica dei rilievi

fa riconoscere Daoco II, tetrarca della Tessaglia, qua-

le promotore del monumento; da tempo, infatti, vie-

ne proposto quale soggetto da identificare nell’ope-

ra lisippea, Polidamante, pancraziaste onorato dai

Tessali

50

. Il blocco superiore della base della statua

di Polidamante, scolpito a rilievo, mostra sulla faccia

anteriore l’atleta alla corte di Persia, impegnato nella

lotta contro uno degli armati.

Sul lato destro della base il vincitore siede sul leo-

ne di grandi proporzioni abbattuto presso l’Olimpo,

che aiuterà a identificare il Leone caduto di Lisippo,

portato in Campo Marzio

51

(10). I1 giudizio di Plinio

sull’incisività di Lisippo, “sembra propria di lui l’e-

spressività serbata fin nei minimi particolari”, si ad-

44 Il monumento stava all’angolo nord-est del tempio di Zeus. L’identificazione delle Terme trova conferma

nel volgersi del capo in alto: opportuno orientamento verso il dio che dominava il frontone.

45 Per conoscere il

Pugile delle Terme

,

si vedano: MORENO, 1995, pp. 97-102; MORENO, 2011, XV, n.1, pp.

20-23.

46 L’esecuzione sarebbe avvenuta in parti separate, invisibilmente saldate: gambe, sesso, torso, braccia,

guantoni, testa. Pregnante è il paragone con i

BronzidiRiace

: come nel Tideo e nell’Anfiarao da Riace al Museo

Regionale di Reggio Calabria (circa 456), le dita centrali dei piedi erano state fuse a parte per modellare

liberamente gli spazi interdigitali.

47 SimileespedienteerastatoutilizzatodaSilanioneperottenerecon l’argento ilpalloredellaGiocasta.Plut.,

5, I, 2.

48 A tale scopo era stata lasciata aperta la calotta, che appare richiusa per un intervento tardo antico.

49 Il volgersi netto del capo tornerà nell’

Epitrapezio

.

Francisco Goya, il grande sordo, scoprirà

inconsapevolmenteall’iniziodell’Ottocento lamossadelPugilenel terrificantevolgerside

“IlGigante”

.

Quanto

alla maschera di dolore, all’andamento della barba e alle ciocche dei capelli, forte riscontro si troverà nella

testa dell’

Eraclemediante

di Taranto.

50Il nome di Polidamante è iscritto sul bordo del plinto:

“PolidamantefigliodiNicia,TessalodaScotussa”.

51 Quanto al plinto sul quale posava il bronzo, questo era un quadrato di un metro di lato, eccessivo per una

figura stante, ma adatto all’atleta assiso delle Terme.