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Questa valle, denominata oggigiorno “Valle dei Re

5

”,

ospitò le mummie dei faraoni in tombe scavate in pro-

fondità nella roccia. Accanto, in un vallone adiacente

denominato “Valle delle Regine

6

”, furono seppellite le

Regine ed i principi. Numerosi erano gli addetti ai la-

vori delle necropoli: per ospitarli, ed in parte control-

larli, venne fondato un villaggio, conosciuto

attualmente come Deir el-Medina

7

, e chiamato dagli

antichi egizi Pa Demi

8

che, molto enfaticamente, signi-

ficava “la cittadina”. Come le tombe anche il villaggio

risultava celato alla riva orientale del Nilo, in quanto

nascosto dalla collina di Qurnet Murai. La posizione

dell’abitato era centrale rispetto alla sede di lavoro: la

Valle dei Re, sita a Nord, era infatti raggiungibile utiliz-

zando un comodo sentiero con un cammino di poco

meno di trenta minuti; quella delle Regine, posta a

Sud, richiedeva invece un percorso quasi pianeg-

giante. Questi sentieri sono ancora percorribili al

giorno d’oggi: è bello seguirli immaginando di essere

antichi operai egiziani, magari addetti alla tomba di

Sethi I! Il Nilo inoltre non si trovava molto discosto,

permettendo quindi con facilità di usufruire delle sue

risorse idriche ed alimentari. Nonostante gli abitanti

del villaggio venerassero come patroni Amenhotep I

9

e sua mamma Ahmes-Nefertari, che avevano dato un

contributo fondamentale al formarsi della comunità

operaia, a fondare il villaggio è molto probabile sia

stato Thutmosi I

10

, terzo sovrano della XVIII dinastia

nonché il primo ad essere seppellito nella Valle dei Re:

tale ipotesi è suffragata dal ritrovamento di mattoni

del muro di cinta recanti impresso il nome di questo

faraone. In aggiunta a ciò scavi condotti da Bernarde

Bruyère nei primi tre decenni del secolo scorso hanno

riportato in luce del periodo anteriore al regno di

Thutmosi I solo resti di una tomba appartenuta al visir

Amenemhat, dell’XI dinastia

11

.

Le evidenze archeologiche portano a ritenere questo

muro alto tra i sei ed i sette metri, con uno spessore di

poco più di un metro circa. Questa cinta muraria ori-

ginale, costruita in mattoni crudi

13

di buona qualità,

non è uniforme per tutto il suo periplo: a Nord ha

forma rettangolare ed è delimitata da una specie di

terrazza; a Sud invece ha sembianze trapezoidali se-

guendo l’inclinazione di un antico letto di uno wadi

14

.

All’interno del muro furono ricavati dei canali longitu-

dinali della lunghezza di circa dieci centimetri, riempiti

in qualche caso da schegge di calcare, allo scopo di

economizzare sul materiale di costruzione. Conside-

rato che nel settore settentrionale le abitazioni pre-

sentano una pianta irregolare si è propensi a ritenere

questa zona la più antica

15

del villaggio. La parte me-

ridionale fu inizialmente adibita all’allevamento di bo-

vini ed asini: la scoperta di un paio di corna, di uno

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s p e c i a l e d e i r e l - m e d i n a

5 In arabo “Biban el Muluk.

6 In arabo “Biban el Harim”.

7 Letteralmente significa “Il convento della città”. Deriva

dalla presenza di un convento costruito dai cristiani copti

intorno al V° secolo d.C., ora perduto.

8

pAdmi.

Pa Demi.

9 Regnò dal 1525 a.C. circa al 1504 a.C. circa.

10 Regnò dal 1504 a.C. circa al 1492 a.C. circa.

11 FIFAO, VII/2 (1929).

12 BIFAO 75 (1975), pg.LXVI.

13 Tale sistema costruttivo è caratteristico della XVIII di-

nastia: la muratura in pietra infatti apparirà più tardi.

14 Il wadi è il letto di un fiume, ormai prosciugato.

15 Bonnet – Valbelle (BIFAO 75).

I mattoni del muro di cinta con stampigliato il nome di Thutmosi

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