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separazione a registri si osserva
anche nel recinto interno che pre-
senta in basso la riproduzione della
palizzata provvisoria in legno eretta
intorno all’ara al momento dell’inau-
gurazione sacra del sito nel 13 a.C.
(Fig.7), in alto un fregio di festoni
inghirlandati legati alle teste di bu-
crani e patere in posizione centrali
separati da una fascia a palmette e
fiori di loto eretti (Fig.8). Il fregio fi-
gurato esterno presenta due tipi di
decorazione; quattro pannelli deco-
rati a rilievo con scene mitologiche e
allegoriche ai lati delle due porte sui
lati brevi, e un fregio processionale
sui lati lunghi che va inteso in senso
unitario (Fig.9). I pannelli sul fronte
breve d’ingresso ovest ripercorrono
le origini di Roma; a sinistra il Lupercale (Fig.10) quasi completamente
distrutto, a destra il sacrificio ai Penati da parte di Enea (Fig.11). Sono
pochi i frammenti per ricostruire le origini di Roma a partire dalle origini
mitiche, ma sufficienti per individuare la grotta sacra del Palatino dove la
Lupa allattò i gemelli Romolo e Remo, al cospetto del pastore Faustolo
che li prese in cura e al padre divino
Marte, presso il
ficus Ruminalis.
Nel
pannello di destra Enea nell’atto di
sacrificare
capite velato
assieme al
figlio Ascanio e a due giovani camilli
che assistono tenendo un cestino
ricolmo di primizie, la bianca scro-
fa di Laureto su un altare rustico, ai
Penati di
Lavinium
che presenziano
la scena entro un tempietto su una
roccia sul lato sinistro del rilievo.
Nulla su questi rilievi è lasciato al
caso, i continui rimandi alla storia di
Roma e alla discendenza Iulia sono
un preciso intento di considerare
Augusto come un naturale sviluppo
della storia di Roma. Nell’altro lato
corto, sono a destra i pochi fram-
menti con la personificazione della
dea Roma in abito amazzonico se-
duta su una catasta di armi (Fig.12);
l’altare celebra la
pax
riportata da
Augusto per terra e per mare, ma
al tempo stesso la supremazia militare di Roma che impose la pace nelle
province con le armi e con la guerra
(manu militari)
; a sinistra nell’altro
pannello la cosiddetta
Saturnia Tellus
(
Fig.13); si tratta di una complessa
scena allegorica, al centro una figura matronale che regge in grembo
due putti. In testa ha un velo e una corona di frutti, simbolo di fecondità
della natura; ai lati due ninfe sedute, sorrette una da un mostro marino,
l’altra da un cigno alato e cinte da un velo rigonfio sul capo. Il paesaggio
è abbastanza articolato, sullo sfondo motivi floreali con canne, in basso il
Fig.11 / Ara Pacis, Enea sacrifica ai Penati / ph Maria Mento
Fig.12 / Ara Pacis, Dea Roma in armi / ph Maria Mento