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programma politico, all’esaltazione

degli avii, al programma religioso

fino alla sua successione politica.

Tutto passa attraverso il potere del-

le immagini, nulla è lasciato al caso.

Pietas, virtus, auctoritas, dignitas,

gravitas;

ogni aggettivo racchiude le

sfumature psicologiche che Augu-

sto volle far vedere di se, e se uffi-

cialmente

l’Ara Pacis Augustae

(Fig.1)

fu votata per festeggiare il ritorno

dalle campagne militari come sim-

bolo della pace raggiunta da Roma,

in se racchiude una simbologia e

un linguaggio visivo assolutamente

sorprendenti.

«Senatus consulto ea occasion]e pars

[praetorum e]t tribunorum [plebi

cum consule Q.] Lu[cret]io et princi[pi]

bus viris [ob]viam mihi mis[s]a e[st

in Campan]iam, quo honos [ad

ho]c tempus nemini praeter [m]

e es[t decretus. Cu]m ex H[is[]ania

Gal[liaque, rebu]s in iis provincis

prosp[e]re [gest]i[s], R[omam redi] Ti.

Nerone P. Qui[ntilio c]o[n]s[ulibu]s,

~ aram [Pacis A]u[g]ust[ae senatus

pro]redi[t]u meo consa[c]randam

[censuit] ad campam [Martium, in

qua ma]gistratus et sac[er]dotes [et

v]irgines V[est]a[les ann]iversarium

sacrific]ium facer[e decrevit.]

3

»

Sappiamo dalle

Res Gestae

,

II, di Augusto che il Senato di Roma votò un’ara alla Pax Augusta nel Campo Marzio

lungo il percorso della via Lata per festeggiare il ritorno del

princeps

dalle campagne in Spagna e Gallia. Il voto

e la

constitutio

dell’altare ebbero luogo il 4 luglio del 13 a.C. (C.I.L., I, 2, p. 320), mentre la

dedicatio

fu celebrata

il 30 gennaio del 9 a.C. Già nel 1568, furono scoperte alcune lastre del recinto esterno del monumento nelle

fondazioni di un palazzo di fronte alla chiesa di San Lorenzo in Via Lata (l’antico nome dell’attuale via del Corso)

e mandate ai Medici a Firenze. Nel 1859, in occasione dei lavori nel palazzo si trovarono parti della decorazione

figurativa e vennero acquistate dallo Stato italiano. Il primo riconoscimento dei rilievi dell’ara avvennero per

opera dello studioso F. Van Duhn (1879) e la prima ricostruzione fu proposta da E. Petersen (1894). Gli scavi

regolari vennero intrapresi nel 1903, dove vennero recuperati altri pezzi e infine nel 1937-38 fu completato lo

scavo che permise la messa in luce di tutta l’ara. In seguito presso il Mausoleo di Augusto sotto la direzione di

G. Moretti si ricostruì l’intero complesso dell’Ara Pacis riunendo i frammenti di proprietà dello Stato. Il lavoro

di Moretti fu criticato, vi furono alcune inesattezze nella ricostruzione e il luogo di collocazione non rispec-

chiava quello originale, che invece era in antico presso la via Flaminia. L’altare di cui conosciamo anche delle

raffigurazioni di epoca romana si trovava nei pressi dell

Horologium Augusti

(Fig.2), il cui gnomone è costituito

dall’obelisco di Psammetico II, portato a Roma da Eliopoli ed innalzato nel 10 a.C., e la cui ombra si gettava

sull’ingresso dell’Ara Pacis.

Il monumento consta di un recinto esterno con pianta quasi quadrata di circa m 11x10 con due aperture sui

lati minori, una verso la via Flaminia l’altra verso il Campo Marzio (Fig.3) e l’altare per il sacrificio vero e proprio.

Il recinto poggia su un basso podio accessibile tramite una scalinata di nove gradini (Fig.4); la struttura com-

3 Res Gestae, II, pp.37 ss. di Augusto, Trad. «Per decisione del senato una parte dei

pretori

 e dei

 tribuni della plebe

 con il console Quinto Irzio Lucrezio e con i cittadini più influenti mi fu mandata incontro in

Campania

, e questo

onore non è stato decretato a nessuno tranne che a me. Quando, sotto consolato di Tiberio Nerone e Publio Quintilio, tornai a Roma dalla

Spagna

 e dalla

Gallia,

dopo aver portato a termine con successo i programmi prestabili-

ti, il senato decretò che per il mio ritorno dovesse essere consacrato

l’altare della Pace Augusta

 vicino al

Campo Marzio

, e ordinò che su di esso i magistrati, i sacerdoti e le vergini

 Vestali

 facessero ogni anno un sacrificio.»

Fig.7 / Ara Pacis, palizzata nel recinto interno / ph courtesy of Press Office Museo dell’Ara Pacis

Fig.8 / Ara Pacis, festoni con bucrani e patere centrali / ph courtesy of Press Office Museo dell’Ara Pacis