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di 10,5 quadretti. Così il busto doveva attaccarsi alla gamba in corrispon-

denza della linea n. 12, mentre il collo alla linea n. 19 (fig. 4). Quindi si ot-

tenevano immagini sempre identiche. Successivamente i quadretti

divennero 22 e le linee esistenti furono tracciate in rosso, quelle ipote-

tiche in giallo (fig. 5). Le quadrettature erano usate anche per gli animali.

L’esempio migliore delle rappresentazioni di oggetti singoli rimane co-

munque la figura umana. Qui è descritta la figura in piedi e ferma; sono

possibili molte variazioni di posa e di particolari. Il tipo fondamentale è

rivolto a destra (fig. 6). La testa è raffigurata di profilo, con una mezza

bocca. All’interno del profilo ci sono un occhio e un sopracciglio visto di

fronte. Le spalle sono rappresentate nella loro piena larghezza, ma sul

petto la linea dall’ascella alla vita è di profilo e contiene un capezzolo. La

vita è di profilo, e così sono i piedi e le gambe. Il modo di disegnare i piedi

dimostra come la forma umana sia un montaggio più che una copia dal

vero. Fino alla metà della XVIII Dinastia, e a volte ancora dopo, entrambi i

piedi furono rappresentati dall’interno, con un solo dito e gli archi visibili.

Siccome gli archi non possono essere rappresentati dall’interno, per for-

marli l’intero piede si alza dal suolo. Gli uomini, quando sono rappresen-

tati seduti, appoggiano il palmodellamano sulla coscia. La figuramaschile

è raffigurata in proporzioni maggiori rispetto a tutto il resto. Gli uomini di

successo sono rappresentati in

tutto il loro vigore fisico. Le mogli

sono di piccola statura e di un’ele-

gante fragilità. I vecchi sono gen-

eralmente curvi e appoggiati a un

bastone; i contadini e la gente umile

sono un po’ più realistici, scarmiglia-

ti e deformati dalla fatica e dalle

malattie; gli stranieri hanno carat-

teristiche etniche più marcate per

consentire un riconoscimento più

immediato (fig. 7). Tra gli animali, le

lucertole e le api venivano raffigu-

rate dall’alto e i coccodrilli di profilo.

(fig. 8)

Come si è detto le tecniche più usate sono i rilievi e le pitture. I ri‑

lievi sono di due tipi: quelli a incavo e i bassorilievi. Nei primi, i contorni

sono scavati nella superficie, che non viene asportata, per cui le

figure vengono modellate al suo interno; nei bassorilievi, invece, la super-

ficie che circonda le figure è asportata fino a più o meno cinque millime-

tri di profondità, in modo che le figure si stacchino dal fondo.

Di solito il bassorilievo era usato negli interni e il rilievo a incavo, che dà

migliori risultati al sole, negli esterni; però, nei vari periodi le mode cam-

biarono. Il rilievo a incavo era anche meno costoso. Nel rilievo, dopo il

completamento del profilo, i tagliatori specializzati intervenivano con i

loro scalpelli e raschietti, successivamente i disegnatori ripassavano i

profili, solitamente in rosso-bruno, cupo, ma a volte anche in nero denso

come nel Periodo Ramesside (Nuovo Regno, XX Dinastia, 1196-1070 a.C.),

e venivano così aggiunti i particolari e resi nitidi i contorni. Un disegna-

tore-scrivano realizzava le iscrizioni, che negli esempi migliori sono dipin-

te nei particolari. I dipinti erano usati nelle tombe quando la roccia di

cattiva qualità rendeva impossibile il rilievo, per risparmiare sulle spese,

oppure quando il lavoro non era permanente e la superficie da decorare

non si prestava ai rilievi, come nelle case private e nei palazzi reali di mat-

toni. Nonostante la pittura fosse considerata una tecnica di minore pre-

gio permetteva all’artista di esprimersi con maggiore libertà ed è per

questo che molti dipinti si possono considerare delle opere di grande

valore artistico, come le celebri oche di Meidum (fig. 9), dette così in

fig. 2 / utensili XVIII Dinastia, op. cit., 1985, p. 194.

fig 3 / Il diagramma più antico, a linee orizzontali e verticali; da op. cit., 1985, p. 61.

fig 4 / Il reticolo costituito da 18 quadretti; da

op. cit., 1985, p. 61.