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lo scaffale

come Per-em-heru, nell'antica lingua egizia, ha quindi lo scopo di far avvicinare anche chi

non è avvezzo allo studio della lingua egizia a quello straordinario ed affascinante mondo

rappresentato da questo importante testo funerario.

Per compiere questo viaggio immaginario all'interno del Libro dei Morti abbiamo utilizzato

un papiro custodito nel Museo di Antichità Egizie di Torino: il Libro dei Morti di Hor (Cat.

1808 RCGE 17445)

Il Museo torinese è infatti il secondo al mondo, dopo quello del Cairo, per la quantità e qua-

lità dei testi papiracei ivi conservati. Un breve excursus chiarirà le ragioni per cui una città

come Torino e non una grande capitale europea come Parigi o Londra, divenne sede di un

Museo egizio così importante, come i papiri ed il resto delle collezioni siano giunti nel ca-

poluogo piemontese e quali furono i personaggi che parteciparono alla sua creazione e svi-

luppo.

Verrà tratteggiato quel periodo avvincente ed avventuroso di iniz io Ottocento, in cui fu

protagonista l'ex ufficiale napoleonico e console di Francia Bernadino Drovetti, la cui splen-

dida collezione fu acquistata dai Savoia per la creazione di un nuovo museo di antichità egi-

zie, elencheremo le fruttuose campagne di scavo dei primi anni Venti del Novecento, svolte

dal grande egittologo biellese Ernesto Schiaparelli, che con le sue straordinarie scoperte

portò l'istituzione museale torinese ad essere seconda per importanza solo a quella della

capitale egiziana ed infine giungeremo ad intravvedere la nascita di un moderno museo

che nei prossimi anni dovrà affrontare le sfide del XXI secolo.

Il tema centrale e fulcro del nostro studio sarà quindi l'approccio ad un argomento vasto e

complesso come il Libro dei Morti. Cercheremo perciò di analizzarne le fonti, risalenti agli

antichi Testi delle Piramidi (V-VI Dinastia), che mantengono al loro interno tracce ancora

precedenti, provenienti dalla tradizione orale; osserveremo le similitudini con i Testi dei

Sarcofagi, primo esempio di estensione "democratica" ed "universale" dei privilegi e delle

prerogative del sovrano, elementi assolutamente necessari a garantire un sicuro accesso

all'agognato aldilà.

Scopriremo quale fu lo studioso ad aver coniato per primo il titolo di "Libro dei Morti" e ad

aver concepito l'attuale suddivisione "convenzionale" in capitoli. Attraverso l'uso di questo

sistema di catalogazione e seguendo una sequenza cronologica, estrapoleremo il contenuto

dei principali capitoli al fine di fornire al lettore un quadro generale quanto più ampio pos-

sibile di questo testo funerario.

La trattazione si sposterà quindi sulla parte forse più conosciuta ed ammirata del Libro dei

Morti: la scena figurata della cosiddetta "Psicostasia". Verranno descritti come in una car-