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europa

prezzate.

Al contrario, invece, con l’evoluzione della con-

cezione storica si è compreso il valore e l’im-

portanza anche di questi edifici in quanto sono

la p iù v iva e spressione di una variopinta ed

eterogenea realtà teologica che, con la sua

esuberanza, sembra quasi gridare che la prin-

cipale necessità è quella di evidenziare molti

dei rituali che componevano il culto divino, al

contrario d ei t empli più antichi che, invece,

non es plicitavano ne llo stesso modo ta li con-

cezioni religiose e teologiche.

I templi che vennero costruiti in Egitto dal I II

secolo a.C. al II secolo d.C. furono come degli

enormi l ibri d i pi etra, i cu i muri accog lievano

una grande quantità di testi, elaborazioni teo-

logiche e c orpus r ituali che, al co ntrario, nei

santuari più antichi erano destinati ad essere

conosciuti solo da una ristretta parte del clero,

in particolar modo conservati su dei supporti

più fragili come i rotoli di papiro.

E’ così che dal cuore dell’Africa i dinasti meroi-

tici, discendenti dai re negri della XXV dinastia,

hanno lasciato le loro impronte in differenti

progetti archit ettonici relig iosi d i inequ ivoco

carattere egiziano, come è il caso della cap-

pella di Adikhalamani che d’altra parte rappre-

senta p erò a nche un esempio s peciale ne l

corpus dei templi appartenenti al periodo cro-

nologico del II secolo a.C.

La dedica della cappella di Adikhalamani

Il nucleo originario del Tempio di Debod venne

realizzato, dunque, dal sovrano meroitico Adi-

khalamani ne l p eriodo in cui gran parte del-

l’Alto Egitto, e la Bassa Nubia, si trovavano al di

fuori della sfera di influenza della sovranità dei

re di Alessandria.

L'edificio al momento dell’edificazione venne

chiaramente dedicato a due divinità principali:

la metà settentrionale della cappella a l dio

Amon di Debod e la metà meridionale alla dea

Iside di Abaton (a File).

Per quanto riguarda il dio Amon, la dedica

della cappella a l di o si individua nella grande

iscrizione scolpita sulla Parete Est, metà meri-

dionale, dove i resti sono p iuttosto scarsi, ma

possono ancora essere letti così: “[Amon di]?

.. Debod, i nsieme con l a sua Enneade sul suo

grande t rono, ne lla sua [dimora sacra], (e) la

bellezza [nella] casa [(di) Amon] (di) Debod, in-

sieme con la sua Enneade. (Quello che è stato)

distrutto, è coperto (con) i l telo, i l misterioso

volto d ei d ue d èi v estito . .. il dio Amon di

Debod”

2

.

Per quanto riguarda la dea Iside, essa presiede

la parte meridionale della cappella: infatti ve-

diamo il re che offre i sonagli a sua madre nella

Parete Ovest, offre alla dea, nel muro sud, il

collare ws

, mentre nella stessa parete sud si

può ancora vedere l’offerta del pane: “[Consa-

crare] le porzioni di pane bianco a sua madre”

3

.

Dedicando la cappella a queste due emblema-

tiche divinità, Adikhalamani pretese, probabil-

mente, perpetuare la t radizione che esisteva

fino a quel momento.

Cioè ut ilizzò i n modo prop agandi stico questa

azione per mostrare continuità con la millena-

ria storia egizia come se fosse una linea senza

soluzione di c ontinuità , p er confermare così

l’autorità del t rono m eroitico nella re gione,

come già aveva fatto, tra l’altro, il suo p rede-

cessore al trono Arkamani (Ergamenes II).

Questa volontà, in particolare, si materializza

nella disposizione dell’immagine del dio Amon

sulle pareti della m età N ord d ella C appella,

mentre le pareti della metà Sud vedono la di-

sposizione delle immagini della dea Iside, fatto

questo che implica un altro importante indizio,

11.

(foto presa da internet) Planimetria del piano superiore del

tempio