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gusto etnografico, ci mostra come fosse anche

un’antropologa oltre che un’archeologa, f orse

ispirata dall’essere cresciuta in India e dall ’inte-

resse di sua madre per le donne locali, della cui

condizione si era occupata in prima persona.

Max Mallowan

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nel

Dictionary of National Biogra-

phy

riporta un aneddoto interessante su come la

Murraypraticasse la magia. All’Istituto di Archeo-

logia aveva fatto un incantesimo in un pentolino

contro un collega che aveva ricevuto una promo-

zione che lei non approvava. L’incantesimo in un

certo senso funzionò: la persona si ammalò, però

a causa della malattia fu promossa ad un lavoro

più importante ancora e maggior mente adatto

alla sua condizione di salute. Visto il carattere ra-

zionale del suo approccio verso l’occulto (e lavo-

rando con l’antico Egitto prima o poi l’occulto lo

si inco ntra) è più pr obabile che se il racconto

fosse vero si tratti di uno scherzo, più coerente

con la personalità di questa archeologa che tra-

spare sia dalla sua autobiografia che da altri rac-

conti.

Della sua vita privata non si sa molto dall’arrivo

a Londra in poi; nella sua autobiografia abbiamo

un buon racconto della s ua i nfanzia e ado le-

scenza, ma del periodo successivo poco o nulla.

Sheppard

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, in un recente studio, conferma che al

momento non si sa se avesse legami sentimentali

con qualcuno e se abbia mai rifiutato proposte di

matrimonio.

Margaret Murray continuò il suo lavoro di ricerca

finché, ancora lucida, si spense il 13 novembre

1963 alla veneranda età di cento anni. L’imma-

gine che traspare dalle varie memorie su questa

pioniera è quindi quella di una donna dinamica,

determinata e piena di risorse, ma anche interes-

sata al mondo che la circondava e dotata di hu-

mour. Questo è te stimoniato non solo dal suo

supporto alla causa delle donne e dal suo i nte-

resse etnografico, ma anche dal fatto che du-

rante la sua carriera cercò di condividere la sua

conoscenza sull’antico Egitto con il pubbli co,

come l’evento dello sbendaggio della mummia di

Khnum-Nakht al museo di Manchester nel 1908

(purtroppo pr atica abbastanza ortodossa al-

l’epoca!) o i suoi articoli su aspetti meno affron-

tati del la v ita nell’antico Egitto. Il ri cordo di

Margaret Murray oggi non è più quello dell’assi-

stente di Petrie, ma di una studiosa indipendente

che finalmente comincia a essere vista come una

ricercatrice che ha dato un grande c ontributo

all’Egittologia e merita di essere considerata tra

i pionieri in questo campo. Ultimamente una mo-

zione ha deciso che il dipinto di Margaret Murray

sarà recuperato dai depositi della University Col-

lege London

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e appeso di nuovo nell’Istituto di

Archeologia: un primo passo nel riconoscimento

dovutole ancora oggi a centocinquant’anni dalla

sua nascita.

EMILIO PASSERA

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don ne pioniere dell’egittologia

Fig. 15

– ‘Ancora con uno sguardo rivolto al futuro’, fotografia

di Margaret Murray a cent’anni

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