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egitto moderno

Negli ultimi t empi i F ratelli Musulmani hanno

occupato gran parte dell’attualità politica egi-

ziana, ma nell a loro lu nga s toria anche le

donne hanno avuto un ruolo rilevante. Una su

tutte Zeinab Al- Ghazali (1918-2005).

Zeinab iniziò la sua att ività po litica nel movi-

mento di Hoda Sha’araw i, ma se ne dis taccò

molto presto, convinta ch e l’impostazione vo-

luta da quest’ultima non fosse appropriata per

le donne musulmane.

Aveva solo diciotto anni quando fondò l’Asso-

ciazione delle Donne Musulmane, occupandosi

degli stra ti p iù deboli dell a società e di i stru-

zione femminile.

Ella, infatti, non riteneva che si potesse parlare

di “l iberazione della donna” riferendosi al

ruolo femminile nell e società i slamiche. Dal

suo punto d i vi sta l ’Islam offriva, seppur la-

tenti, tutte le libertà e i diritti di cui le donne

avevano b isogno. Non c’era bisog no, dunque,

di rifiutare la religione per essere indipendenti,

anzi, era un grave errore anche solo pensarlo.

I musulmani e, soprattu tto, le musulmane do-

vevano riscoprire la loro religione, studiarla e

approfondirla, solo in questo modo sarebbero

stati i n g rado di capi rne le potenz iali tà dal

punto di vista dell’emancipazione.

Hasan Al-Banna, fondatore dei Fratelli Musul-

mani nel 1928, cercò proprio l’appoggio di Zei-

nab Al -Ghazali, c hiedendo le d i aderir e al s uo

movimento, dopo aver notato la forza e la de-

terminazione dei suoi ideali che non cercavano

appiglio e non imitavano quelli occidentali.

Ella decli nò l’i nvito, poi ché voleva mantenere

la sua Associazione del tutto indipendente, pur

offrendo ad Al-Banna tutto il suo sostegno e la

sua collaborazione.

A tal pro posito bi sogna ri cordare che la A l-

Ghazali venne incarcerata e torturata per circa

sei anni sotto il regime di Nasser, proprio per

l’aiuto dato alla causa dei Fratelli Musulmani e

l’associazione chiusa definitivamente nel 1964.

Sostenne per tutta la sua vita che l’Egitto do-

vesse essere governato dal Corano e dalla

Sunna, n on d al d iritto p ositivo e che l’ig no-

ranza in cui erano caduti i musulmani trovava

proprio qui il suo fulcro: nella mancanza di co-

noscenza della religione, unica arm a p er

emanciparsi.

La contraddizione ne l pensiero d i Ze inab s ta

nel modo in cui i diritti dovrebbero essere “re-

cuperati” e concessi agli uomini e alle donne.

Non v iene, infatti, s piegato c ome s anare la

crepa tra la “teoria” religiosa e l’applicazione

concreta della Shari’a.

Inoltre sia lei che i Fratelli Musulmani più rifor-

misti avevano la stessa idea riguardo alla posi-

zione della donna ne l m ondo mus ulmano ; il

ruolo p iù importante doveva svolgersi all’in -

terno della famiglia, ma ogni donna manteneva

il diritto di crearsi una v ita professionale al di

fuori delle mura domestiche.

“Le donne s ono un e lemento essenzia le del

messaggio isla mico...sono loro che fo rmano

quel genere di uomini di cui abbiamo bisogno

per r ispondere a l su o app ello e p ertanto de -

vono essere colte...conoscere i precetti del Co-

rano e de lla Sunna, essere informate sulla

politica i nternazionale...la donna musu lmana

deve sapere tutto questo, per poi far compren-

dere a i su oi fi gli la necessità di im padronirsi

degli s trumenti scie ntifici d el loro tempo; e

contemporaneamente deve conoscere l’Islam,

la po litica, la geografia e la s toria contempo-

ranee...Vogliamo lib erare il mondo da lla m i-

scredenza, d all’ateismo, dall’oppressione e

dalla persecuzione...l’Islam non pro ibisce alle

donne d i lavorare, di occuparsi d ella

politica...purché questo non interferisca con il

suo dovere...di madre...”

Tali affermazioni sono piuttosto vaghe in alcuni

Zeinab Al-Ghazali

e

i Fratelli Musulmani

di Francesca Rossi