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Di grande interesse è il pilastro a sezione rettango-

lare ACCE00123 (fig. 3; altezza cm 43). Esso

manca della parte superiore, ed è decorato a ri-

lievo da un registro inscritto nella parte frontale e

da due registri figurati, sovrapposti nella parte la-

terale. Il lato inscritto, per quanto mutilo della

parte iniziale presenta il seguente testo:

[Imy]-r xw.t imy-r xt nb n Inbwy HDwy idw Hwt-aA(T) Ii-mry

“il <preposto> alle proprietà (?), il sovrintendente al-

l’intero legname delle Due Mura Bianche

4

,

l’idw di palazzo, Iymery”.

Il personaggio nominato in quest’iscrizione non è

identificabile con nessuno dei molti individui atte-

stati con lo stesso nome. Per quanto riguarda il to-

ponimo, esso resta ad oggi un

unicum

, impossibile

sapere se esso si riferisca ad una località dell’area

menfita o se sia un sinonimo, a tutti gli effetti, della

stessa capitale.

La parte laterale, come già accennato, presenta

due scene figurate separate

da una linea a rilievo. In quella

in alto è ritratto un individuo

di sesso maschile incedente.

In ciascuna mano tiene per il

collo un’anatra. Nella scena

inferiore, appaiono una figura

femminile ed una maschile in

proporzioni ridotte, entrambe

incidenti verso destra e re-

canti offerte funerarie.

Fig. 4 - Montante di porta,

ACCE00123. V-VI Dinastia

Al Medio Regno, (databile pre-

sumibilmente tra la XII e la XIII

Dinastia), risale la piccola

stele familiare in calcare,

ACCE00120 (fig. 4, altezza cm

24) stele che si presenta in forma quadrangolare,

allungata, con contorno (inscritto) digradante

verso l’esterno e sommità arcuata. Il reperto è pre-

zioso non per il suo contenuto, essendo una sem-

plice lista di nomi ma per la rarità di un fregio.

Nella lunetta infatti sono incisi due occhi udjat af-

frontati, che presentano la particolarità di avere le

“lacrime di falco” invertite. Questa caratteristica,

nonché le dimensioni e lo stile d’esecuzione fanno

sì che questa stele trovi puntuale confronto con

una simile, appartenuta ad un certo Titi, conser-

vata all’Hermitage di San Pietroburgo, proveniente

da Abido e databile alla XII Dinastia (1976-1793

a.C.). Il testo geroglifico che si dipana sotto la lu-

netta è suddiviso in otto linee orizzontali di varie

dimensioni. Il testo comincia con la consueta for-

mula

Htp

di

nsw

e prosegue negli sguanci di destra,

di sinistra e in alto al di sopra della lunetta con

nomi e generalità di personaggi che facevano

parte della famiglia di un certo Nebniut.

Fig.5-StelefamiliaredelMedioRegno,ACCE00123,XII-XIIIDinastia

Il fiore all’occhiello della collezione egiziana di Ro-

c o l l e z i o n i

4. Tale toponimo resta ad oggi un unicum, impossibile sapere se

esso si riferisca ad una località dell’area menfita o se sia un si-

nonimo, a tutti gli effetti, della stessa capitale.