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c u l t u r a
Spesso dietro un mistero c'è la pigrizia. La pi-
grizia dei cosiddetti esperti che prende il so-
pravvento a causa della noia di mettersi, per
l'ennesima volta, a raccontare che in realtà le
cose non sono proprio così come sembrano e i
contesti sono importanti per spiegarne il per-
ché.
Lo studio dell'antico Egitto è colmo di pigri
contrapposti a un numero nettamente mag-
giore di iperattivi ciclici: a ondate di circa tre
anni, nuovi curiosi si imbattono in nuovi mi-
steri (in realtà sono sempre gli stessi argo-
menti, ma essendo vissuti per la prima volta
risultano nuovi).
I pigri non sono pigri perché intrinsecamente
pigri: spesso sono pigri per “spocchia” accade-
mica (appartenere a una piccola élite, che de-
tiene "quel sapere" non condivisibile pare
essere situazione molto interessante) o sem-
plicemente perché riuscire ad applicare una
semplificazione eccessiva (che aiuterebbe no-
tevolmente a placare l'iperattivo) non è cosa
semplice o alla portata di tutti.
L'antico Egitto, da questo punto di vista, è un
terreno minato: quando si tenta di analizzare
un qualsiasi aspetto di questa civiltà, ci si trova
sempre nella difficoltà di dover semplificare e
sintetizzare oltre tremila anni di trasforma-
zioni ed evoluzioni. A questo va aggiunto l’im-
maginario collettivo e i concetti ormai radicati
su questo popolo e che difficilmente potranno
essere cambiati.
Triste rassegnazione.
La soluzione ci sarebbe, ma bisogna non ap-
partenere alla categoria elitaria dei pigri e:
- spiegare senza essere condizionati dal-
l'elenco smisurato di "nomoni" altisonanti che
si sono o si stanno confrontando su quell'argo-
mento;
- non incappare nell'ansia da prestazione;
incomprensioni
egizie
Chiacchierata informale sul perché in archeologia
ci sono tante chiacchiere
di Generoso Urcioli