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Jean François Champollion: non solo uno stu-
dioso, ma una “penna” intrisa di delizioso sar-
casmo.
Irritante, saccente, chino sui libri senza che
null’altro al mondo potesse interessarlo.
Questa – spesso – è l’immagine che si ha di
Jean François Champollion, il geniale francese
che arrivò a capire il funzionamento che stava
alla base della scrittura geroglifica.
In realtà leggendo la storia della sua vita si sco-
pre ad esempio che nel liceo di Grenoble, che
pure odiava con tutto se stesso, era tra gli ani-
matori dei circoli culturali degli studenti e che
è stato autore di composizioni teatrali satiriche
andate in scena nei salotti aristocratici della
città.
Quando Napoleone Bonaparte fu esiliato al-
l’Elba e salì al trono Luigi XVIII, Champollion
compose dei testi satirici contro il nuovo so-
vrano sull’aria di canzonette popolari. A Greno-
ble divennero talmente celebri che le autorità
si misero sulle tracce dell’autore, che per for-
tuna non si era firmato e che quindi restò “im-
punito”.
Il 6 giugno del 1824 Jean François arriva a To-
rino e da subito si scontra con Giulio Cordero di
San Quintino, al quale era stata affidata la ca-
talogazione della collezione Drovetti.
Il disaccordo era pressoché totale: da chi do-
vesse custodire le chiavi a cosa utilizzare come
supporto per gli antichi papiri.
Anche la statua di Sethi II, che oggi possiamo
ammirare in tutto il suo splendore all’interno
del Museo Egizio di Torino, fu motivo di scontro
tra i due studiosi e il francese ne approfittò per
far nascere una brillante, sarcastica e immagi-
naria lettera, che lo stesso sovrano egizio
avrebbe scritto in prima persona a “Sua Al-
tezza il Re di Sardegna”.
La statua colossale, alta più di 5 metri, durante
PETIZIONE DEL FARAONE
OSYMANDIAS
A S.M. IL RE
DI SARDEGNA
di Paolo Bondielli
e g i t t o i n p i l l o l e