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nanziamenti annuali, grazie anche all’interesse

dei Savoia nei confronti delle ricerche archeo-

logiche e della cultura. Erano però cambiati i

tempi ed i prezzi sul mercato antiquario si

erano notevolmente alzati: dopo una prima

campagna d’acquisti, decise di iniziare vere e

proprie campagne di scavo. Nel luglio del 1897

ottenne due importanti riconoscimenti: il 3 di-

venne libero docente di egittologia ed il 23

venne eletto “Socio Corrispondente“ dell’Ac-

cademia dei Lincei. L’anno seguente, nel

marzo, partecipò all’organizzazione dell’”Espo-

sizione Internazionale delle Missioni Cattoli-

che” tenutasi a Torino, con la presenza di

trenta ragazzi egiziani. Nel 1899 è invitato a

Roma al XII° Congresso degli Orientalisti. Nel

1900 l’egittologo lasciò il posto al filantropo: fu

infatti tra i fondatori, a Venezia, dell’”Opera di

Assistenza agli operai italiani emigrati in Eu-

ropa”, denominata in seguito “Opera Bono-

melli” in onore del presidente, il monsignor

Geremia Bonomelli, vescovo di Cremona.

Schiaparelli per un certo tempo ne fu il segre-

tario generale. Ma non aveva certo accanto-

nato il suo esser egittologo: con una lettera

datata 15 ottobre 1900 sollecitò il Ministero per

il finanziamento di una campagna di acquisti

da svolgersi in Egitto tra gennaio e febbraio

dell’anno successivo. In quei due mesi si trovò

quindi per la terza volta in Egitto riuscendo a

raggiungere Assuan. Il 23 febbraio, già da To-

rino, notificò che i reperti acquistati si trova-

vano in viaggio su rotaia “in vagone chiuso a

piccola velocità” da Genova a Torino. Passò

qualche mese e, in una relazione particolareg-

giata da consegnare al Ministero, il 23 novem-

bre illustrò i vantaggi ricavabili da una

campagna di scavo, approntando anche un

programma per una missione archeologica ita-

liana nella terra dei faraoni, proponendo una

durata di tre anni, per circa quattro mesi di

scavi annuali a fronte di una spesa di 15.000

lire per anno. Nel mentre prosegue il carteggio

con il Ministero, Schiaparelli iniziò a trattare

con il Servizio di Antichità del Cairo, diretto dal

Maspero, chiedendo lumi su alcuni siti promet-

tenti e non vincolati ad altre concessioni. La si-

tuazione in Egitto in quei primi anni del nuovo

secolo era favorevole alle missioni straniere,

quindi il Maspero gli fornì un lungo elenco di

siti disponibili che venne subito comunicato da

parte del nostro al Ministero. Lo Schiaparelli

continuò ad inviare le sue pressanti richieste

ed, in una lettera datata 29 aprile, precisò che

il Maspero aveva riservato al Museo lo scavo

di Eliopoli e della Valle delle Regine, aggiun-

gendo: “lo scavo che, forse per l’ultima volta, ci

viene proposto è di tale importanza………che

non può non esser accettato con gratitudine”.

Fu talmente “tachisso ”, diremmo in piemon-

tese, nelle sue richieste che re Vittorio Ema-

nuele III gli concesse udienza il 2 giugno 1902.

Il Ministero gli garantì l’autorizzazione con un

finanziamento di 15.000 lire annue per quattro

anni, con la speranza di non rimanere il solo fi-

nanziatore. Ed ecco infatti che Nasi, allora Mi-

nistro dell’Istruzione Pubblica, stabilì una

sovvenzione di altre 4.000 lire annue, più ulte-

riori mille di maggiorazione per il Museo sui fi-

nanziamenti già annualmente erogati. Tutto

ciò però non pareva ancora sufficiente al fu-

turo senatore del Regno: c’era il problema

della ricerca dei papiri greci, voluta da Villari,

senatore e Presidente dell’Accademia dei Lin-

cei: nel luglio 1902 il Ministero ricevette quindi

una lettera contenente una richiesta di 5.000

lire aggiuntive. Ottenute queste ulteriori sov-

venzioni nel 1903, con l’intervento ed il soste-

gno di Sua Maestà Vittorio Emanuele III,

costituì la Missione Archeologica Italiana

(M.A.I.). Da quell’anno le campagne, general-

mente svolte come oggi nei mesi invernali, fu-

rono ben dodici, con l’ovvia sospensione

occorsa durante il periodo bellico.

Alessandro Rolle

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