sere di Ispettore degli Scavi, si imbarca alla
volta di Marsiglia per poi arruolarsi nel-
l’esercito piemontese.
Quando il 10 maggio del 1860 Garibaldi
giunge a Marsala con in suoi “Mille”, Vas-
salli è in Egitto già da diversi mesi e se-
condo i suoi diari è tornato alle occupazioni
precedenti, compresa quella archeologica.
Ma le attività che fervono intorno al celebre
evento siciliano non lasciano certo indiffe-
rente l’inquieto Luigi, che non solo è attivis-
simo nel partecipare alla sottoscrizione di
un fondo denominato “Soccorso a Gari-
baldi” istituito a Genova, ma si imbarca in-
sieme ad altri esuli italiani presenti ad
Alessandria d’Egitto per unirsi ai Garibal-
dini.
Tuttavia in quello stesso anno – evidente-
mente prima di diventare un garibaldino – e
secondo gli appunti che ci sono pervenuti,
Vassalli è presente durante gli scavi in al-
cuni tra i più importanti siti archeologici
d’Egitto, tra i quali Saqqara e Giza.
Dopo l’esperienza vissuta al seguito di Giu-
seppe Garibaldi, Luigi viene nominato “Con-
servatore di Prima Classe” in relazione alla
collezione egizia che era custodita presso il
Museo Nazionale di Antichità a Napoli , in-
carico che è costretto ben presto a lasciare
perché eliminato dall’organico, sostituito
nel suo delicato compito da un semplice cu-
stode.
Tanto inutili le sue vibranti potreste quanto
indispensabile il suo rientro in Egitto, dove
per l’ennesima volta riprende il suo lavoro
di funzionario pubblico e di archeologo.
Da questo momento in poi la sua unica atti-
vità sarà quella di egittologo e la svolgerà
per intero nella terra dei faraoni. Un ruolo
che anche il Governo Italiano gli riconosce,
dando mandato al proprio Console d’Egitto
di negoziare con il Viceré un permesso spe-
ciale che consenta a Vassalli di tornare in
Italia. Il motivo di questa richiesta sta in un
progetto che lo stesso Vassalli aveva messo
in cantiere circa dieci anni prima, durante
la sua permanenza presso il Museo Nazio-
nale di Storia Antica a Napoli e dove con
grande intuizione suggeriva – tra le altre
cose – una razionalizzazione degli spazi
espositivi per consentire una didattica
chiara ed efficace, l’acquisizione di nuovi re-
perti interessando direttamente il Viceré at-
traverso l’intervento del Console d’Egitto e
di sollecitare donazioni da parte degli ita-
liani residenti in Egitto, che all’epoca pote-
vano acquistare a cifre irrisorie anche
reperti di grande importanza.
Vassalli ottiene il congedo temporaneo e
completamente spesato dal Governo Ita-
liano, sia per il viaggio che per l’acquisto dei
reperti, torna nella sua Italia.
Siamo giunti ormai nell’anno 1871 e sono
lontani i rumori e i suoni delle guerre e delle
sommosse. Vassalli può farsi assorbire com-
pletamente dal suo incarico durante il quale
rileva con puntualità le carenze relative allo
studio dell’egittologia e del collezionismo
museale in Italia.
In due comunicazioni indirizzate in luglio al
Ministero della Pubblica Istruzione, consi-
glia vivamente l’istituzione di una Cattedra
di Copto, la lingua che consentì cinquan-
t’anni prima al francese Champollion la de-
cifrazione della scrittura geroglifica, la
pubblicazione continuativa e sistematica
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i t a l i a n i i n e g i t t o
L’egittologo August Mariette