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In origine il bestiame costituiva gran parte dell’imposta fiscale, sostituito gra-
datamente – e a partire dal Medio Regno (2064-1797 a.C. circa) sistematica-
mente – dalle imposte sugli amidi, prevalentemente il grano.
Continuò tuttavia a costituire una grande ricchezza per i villaggi e i privati ap-
partenenti alle classi agiate, che nelle loro tombe fecero sovente rappresentare
scene legate alle attività di allevamento come il pascolo o il censimento dei capi
di bestiame, che avvenivano nei loro grandi appezzamenti di terreno.
Da un testa di una mazza cerimoniale, appartenuta al sovrano Narmer e risa-
lente al Periodo Protodinastico (3200-2700 a.C. circa), apprendiamo che al ter-
mine di una campagna militare vittoriosa il re riportò nelle stalle reali 1.422.000
capre e 400.000 bovini, chiaro indice che già in quei tempi remoti il bestiame
era considerato un bottino di guerra degno di essere commemorato in un do-
cumento celebrativo di carattere regio.
e g i t t o i n p i l l o l e
La dea
Sekhmet
Parte
dell'utensile
a testa
di leonessa
Paolo Bondielli
Utensile in
bronzo per la
marchiatura
del bestiame