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che vede il fratello del celebre Ciro contrap-
posto a Giuseppe Vitalevi in un vero e pro-
prio duello cavalleresco.
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In Egitto, più precisamente ad Alessandria,
Luigi incontra altri esuli italiani ed entra a
far parte di un ristretto gruppo di uomini li-
berali raccolti attorno alla figura di Giuseppe
Cocchi, accettando anche un incarico nel
governo della città egiziana. Lungi dall’es-
sere appagato e con un occhio sempre vigile
sui fatti che accadono oltre il Mediterraneo,
nella sua amata Patria, durante i moti del
’48 chiede e ottiene un permesso per rag-
giungere Milano e dare così il suo contributo
alla lotta per la liberazione dal giogo au-
striaco.
Come ben sappiamo le cose non andarono
proprio nel modo in cui il Vassalli e tanti pa-
trioti speravano e così ritroviamo il Nostro
di nuovo esule, prima in Francia e poi di
nuovo in Egitto, dove viene reintegrato nel
lavoro che svolgeva in precedenza per conto
delle autorità locali.
La sua attività di patriota tuttavia non ha
soluzione di continuità, di fatti Vassalli è tra
coloro che realizzano e organizzano in Ales-
sandria il “Comitato di Soccorso”, una strut-
tura in grado di assistere gli esuli italiani che
hanno raggiunto le sponde mediterranee
dell’Egitto.
Ma un’anima inquieta con l’innato senso
della giustizia sociale non resta imbrigliato
nella comoda vita di una piacevole cittadina
adagiata sul mare, e già nel 1851 il Vassalli è
a Smirne
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insieme agli intellettuali Giuseppe
Regaldi e Alfonso de Lamartine, dove per
altro si sposa con una ragazza del luogo re-
standone vedovo solo dopo alcuni mesi.
L’Egitto accoglie ancora una volta Luigi Vas-
salli che diventa un fidato collaboratore di
Mohamed Said
4
, che è impegnato in una
profonda riforma dell’amministrazione in-
terna egiziana. Ed è partire da questo mo-
mento che abbiamo notizie sul Vassalli
“egittologo” che grazie alla sua intensa atti-
vità archeologica, fatta anche di studi mirati,
riceve l’incarico di Ispettore agli Scavi.
A dare un taglio scientifico e accademico a
questo aspetto del patriota milanese, sarà
l’incontro con uno dei più grandi egittologi
europei che abbia mai lavorato in Egitto, Au-
guste Mariette, al quale nel 1853 vende il
sarcofago di Antef V
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per la somma di mille
franchi francesi e del quale – nel 1859 – di-
viene assistente.
Intanto nel 1856 Vassalli, insieme a Diego
Arangio, raccoglie denaro per una sottoscri-
zione promossa da Nicola Fabrizi, con la
quale intendevano acquistare 10.000 fucili
da donare alla prima provincia che fosse in-
sorta contro il governo straniero.
Ma il 1859 è anche l’anno nel quale l’Austria
dichiara guerra al Piemonte e nel quale il
Granduca di Toscana Leopoldo II abdica e
fugge. Luigi Vassalli non sa resistere al ri-
chiamo dei suoi ideali e nonostante siano
passati pochi mesi dalla sua nomina ad as-
sistente di Mariette e l’incarico ancora in es-
i t a l i a n i i n e g i t t o
dell’epoca. Alla fine dell’Ottocento la comunità di Italo-Levantini a
Smirne era formata da circa 6000 persone.
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Mohamed Said Pascia fu Viceré d’Egitto tra il 1854 e il 1863. Quarto
tra i numerosi figli sopravvissuti di Mohamed Ali, fu avviato dal padre
a una carriera nella marina militare dove raggiunse il grado di ammi-
raglio. Il suo nome è principalmente legato all’Istmo di Suez che co-
stituisce ancora oggi una delle più importanti voci dell’economia
egiziana.
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Sovrano appartenente alla XVII dinastia, primo di una serie di tre re
omonimi. Secondo von Beckerath potrebbe essere padre di Rahotep
e quindi fondatore della XVII dinastia. Sulla durata del suo regno non
vi sono notizie e solo un reperto indica il 3° anno del suo regno. Po-
trebbe aver regnato tra il 1555 a.C. e il 1550 a.C. circa.
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Secondo quanto ritrovato nei documenti riguardanti i due esuli ita-
liani, il Menotti a causa di una discussione sull’operato del gen. Ra-
morino che causò la disfatta di Novara, schiaffeggiò Vitalevi il quale
non poté far altro che sfidarlo a duello. Non potendo dar seguito alla
sfida in Inghilterra Vitalevi diede appuntamento a colui che l’avevo
offeso in Belgio, dove però il Menotti non si recò affatto. Il duello av-
venne successivamente a Parigi dove Vitalevi rimase ferito.
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Città della Turchia che fu coinvolta nello scontro tra l’Impero Otto-
mano e gli indipendentisti greci. Allo scoppio della Guerra d’Indipen-
denza Greca vi fu una feroce reazione dell’esercito ottomano che –
tra le altre azioni di guerra – dopo un duro assedio distrusse la co-
munità di Italo-levantini di Chios che si era apertamente schierata a
favore degli indipendentisti. I superstiti fuggirono verso la più tolle-
rante Smirne che divenne polo di attrazione per molti intellettuali