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restauro seicentesco di Papa Alessandro VII, sul lato occidentale (foto 9).

La cella interna, coperta con volta a botte, presenta le dimensioni di 4

per 5,85metri. Le pareti e la volta della camera sepolcrale sono dipinte in

bianco, con decorazioni del III stile

Pompeiano. In particolare lo sche-

ma decorativo è costituito da gran-

di pannelli rettangolari con figure

femminili alternate a vasi lustrali,

separati tra loro da strette partitu-

re rettangolari con candelabri (foto

10). Anche la volta a botte presen-

ta una decorazione a sottili linee su

fondo bianco con, ai quattro ango-

li, immagini di Vittorie alate recanti

in mano una corona ed un nastro.

In particolare, il centro della volta

presenta una doppia riquadratura,

ma la pittura che doveva decorar-

la nella parte centrale, probabil-

mente una scena di apoteosi del

defunto, venne distrutta nel Medioevo, nel tentativo di cercare ulteriori

ambienti nascosti nell’intradosso della volta stessa (foto 11). Per quanto

riguarda il corredo funebre di Caio Cestio questo sparì, forse, durante il

medioevo, quando una banda di ladri penetrò all’interno del sepolcro

per depredarlo.

All’interno della sala sepolcrale è infatti possibile osservare il condotto

scavato per raggiungerla: i tombaroli si calarono da questa apertura

scolpendo addirittura in tutta tranquillità dei veri e propri gradini per

scendere più agevolmente dentro (foto 12). Probabilmente non trovaro-

no nulla, o non abbastanza, in quanto, pensando ci fossero altre stanze

ricche di preziosi gioielli, tentarono di trovarne una scalpellando via gran

parte delle pareti dove si ipotizza fosse raffigurato il defunto Caio Cestio:

cercarono “stanze segrete” sia in fondo alla sala che sul soffitto dipinto.

Non si ha alcuna indicazione circa il tipo di sepoltura di Cestio e il punto

esatto in cui fosse collocata. L’urna che conteneva le ceneri non è stata

mai trovata, sottratta probabilmente durante gli scassi praticati già in

epoca medievale da parte di cercatori di tesori.

LE SORTI DELLA PIRAMIDE

La Piramide di Caio Cestio è dunque anco-

ra oggi inglobata nelle Mura Aureliane, in laterizio, alte 6 metri e profon-

de più di 3 metri, costruite tra il 272 e il 279 d.C., e molto probabilmente

deve la sua sopravvivenza proprio grazie a questa sua collocazione. I

Mirabilia Urbis Romae, la famosa descrizione di Roma composta intorno

agli anni 1140-1143, associano alla Piramide Cestia diversi miti, primo fra

tutti la sua identificazione come “Meta Remi”, cioè la sepoltura di Remo, il

fratello gemello di Romolo. Nonostante la chiarezza delle iscrizioni (la sua

originaria funzione sepolcrale non fu mai messa in dubbio), la Piramide

di Caio Cestio rimase a lungo un oggetto misterioso per i più, tanto che

fino al XVII secolo le leggende popolari la credettero in relazione con la

fondazione di Roma, e anche tra le persone più colte la decifrazione delle

iscrizioni creò dei problemi e, fino al restauro di Alessandro VII, rimase

alquanto dubbia.Nell’età moderna le prime raffigurazioni della Piramide

di Caio Cestio sono legate alla nuovamentalità prodotta dall’umanesimo,

ossia la volontà di recupero dell’antico nel suo valore originario, secondo

foto 9 (©Francesca Pontani) Ingresso realizzato con i

lavori di restauro di Papa Alessandro VII

foto 10 / (©Francesca Pontani) Dettaglio dei candela-

bri dipinti

foto 11 / (©Francesca Pontani) Distruzione ad opera

dei tombaroli di epoca medievale

foto 12 / (©Francesca Pontani) Apertura con la realiz-

zazione di veri e propri gradini, ad opera dei tombaroli

di epoca medievale.