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Piramide di Caio Cestio venne co-

struita con un nucleo cementizio

rivestito di marmo di Luni (Carrara)

e l’epigrafe esterna ci dice il nome

del defunto con una sintetica bio-

grafia: “Caio Cestio Epulone, figlio

di Lucio, della tribù Poblilia, preto-

re, tribuno della plebe, settemviro

preposto ai banchetti sacri”. La

carica di Praetor farebbe risalire il

personaggio al I secolo a.C., iden-

tificandolo con un appartenente

alla famiglia che realizzò Ponte Ce-

stio, il ponte che collega tutt’ora

Trastevere all’Isola Tiberina. Per la

piramide la datazione è riferita ad

un ristretto periodo compreso tra

la legge contro il lusso nelle tombe,

promulgata nel 18 a.C., e la morte

di Agrippa nel 12 a.C.

Per la ricchezza che esprime la ti-

pologia di monumento funerario

in sé, è stata avanzata l’ipotesi che

Caio Cestio fosse un ricco com-

merciante che operava anche in

Asia Minore, oppure un appalta-

tore delle imposte. E comunque,

come ci dice l’epigrafe, Caio Cestio

faceva parte del Collegio degli Epu-

loni, che organizzavano ogni anno

il banchetto sacro per celebrare

Giove Massimo Capitolino. In par-

ticolare, nell’antica Roma le disposi-

zioni testamentarie erano regolate

in modo molto rigoroso, dovendo

essere eseguite in un periodo ben

preciso nel quale l’erede le doveva

realizzare altrimenti perdeva l’e-

redità. E’ così che anche qui sulla

piramide di Caio Cestio l’epigrafe

ci comunica questo messaggio:

entro 330 giorni gli eredi avrebbe-

ro dovuto concludere tutti i lavori

e le cerimonie inerenti la sepoltura

di Caio Cestio, non per riferimenti

rituali ma per il prestigio e l’osten-

tazione di potenza, per mostrare di

riuscire ad adempiere ad impegni

complessi in un tempo ridotto.

LA PIRAMIDE DI CAIO CESTIO

La Piramide di Roma è una pirami-

de in stile egizio, la tomba di Caio

Cestio. Si tratta di un edificio co-

struito in calcestruzzo con una ricopertura di marmo, quello bianco di

Luni, e ci mostra quanto sia stato vasto l’impatto della cultura egizia nel

mondo romano. Caio Cestio, in particolare, rimasto impressionato dalle

piramidi in Egitto, decise di farsene costruire una appositamente, però

prendendo come modello non tanto le piramidi della piana di Giza quan-

to le piramidi nubiane, più slanciate e con una diversa pendenza degli

angoli (foto 4). Nel suo testamento Caio Cestio scrisse che la piramide

si sarebbe dovuta costruire in 330 giorni, altrimenti tutta la sua eredità

sarebbe andata perduta; e gli eredi furono tanto veloci che la piramide

sorse addirittura con qualche giorno di anticipo. La piramide venne co-

struita come sepolcro per un settemviro degli epuloni, cioè il sacerdote

che aveva l’incarico di curare i banchetti per gli dei, certamente all’inter-

no del periodo compreso tra il 18 e il 12 a.C., cioè tra l’anno in cui fu pro-

mulgata una legge a carattere suntuario (contro l’ostentazione del lusso)

che impedì, quindi, di porre all’interno della cella alcuni preziosi arazzi, e

l’anno della morte di Marco Agrip-

pa, genero di Augusto, menzionato

tra i beneficiari del testamento. In

particolare, il testamento è scritto

su due basamenti gemelli

2

che sor-

reggevano le statue di bronzo ori-

ginariamente poste sul lato orien-

tale del sepolcro.

La Piramide di Caio Cestio si ele-

va nell’area a sud dell’antica por-

ta Ostiensis (attuale Porta S.Pao-

lo), all’incrocio con la vecchia via

Ostiensis, i cui basoli sono ancora

in parte visibili all’interno dell’area

che oggi racchiude il monumento.

Costruito in età augustea sull’onda delle nuove mode che si andavano

affermando a Roma dopo la sconfitta di Antonio e Cleopatra ad Azio (31

a.C.) e la conquista dell’Egitto, i lati nord e sud del monumento finirono

per rimanere “imprigionati” all’interno del circuito delle Mura Aureliane,

costruite nel 271 d.C. L’area sepolcrale tutta intorno la piramide è delimi-

tata da un recinto quadrangolare in opera quadrata di tufo

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, aperto sul

lato ovest. E’ qui, all’interno di questo recinto, che sono stati recuperati

diversi elementi che erano stati impiegati per l’arredo esterno del monu-

mento, alcuni dei quali in partico-

lare riscoperti nel corso degli scavi

promossi nel biennio 1662-1663 da

Papa Alessandro VII Chigi: due co-

lonne con fusto scanalato (foto 5),

rialzate nel 1663 in corrispondenza

degli spigoli del lato orientato verso

ovest, alle quali corrispondevano

altre due colonne sul lato orien-

tale; due basi che sostenevano

statue bronzee di Caio Cestio e le

fondazioni di un triclinio per i ban-

chetti funerari a forma di gamma

contrapposte. La base della pira-

2 / oggi ai musei Capitolini

3 / 58,26 metri

foto 5 / (©Francesca Pontani) Le due colonne rialzate

con il restauro del 1663 (maggio 2014)

foto 4 / (©Francesca Pontani) Le mura Aureliane e la

Piramide di Caio Cestio (maggio 2014)