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mide poggia su fondazioni in opera cementizia e blocchi di travertino,
mentre l’alzato, anch’esso in opera cementizia, è interamente rivestito
di lastre di marmo lunense. La stanza funeraria è rettangolare ed è oggi
raggiungibile attraverso il passaggio che venne aperto nella massicciata
di calcestruzzo all’epoca dei restauri di Papa Alessandro VII; è coperta
da una volta a botte che risulta foderata da una cortina in opera laterizia
decorata con affreschi di III Stile Pompeiano (foto 6). Liste nere e rosse
incorniciano i pannelli rettangolari bianchi, all’interno dei quali campeg-
giano vasi lustrali e figure femminili ritratte in piedi e sedute, tutto questo
alternato ad alti candelabri (foto 7).
Nei quattro angoli della volta si possono invece ancora vedere figure di
Vittorie alate con corone nelle mani, che in particolare convergono verso
il centro del soffitto dove, probabilmente, era stata raffigurata l’apoteosi
di Caio Cestio, portato in cielo da un’aquila (foto 8). La pavimentazione
della cella, oggi completamente perduta, doveva essere stata in opera
spicata, come suggeriscono i resti di laterizi rinvenuti durante recenti re-
stauri.
UN RICCO CORREDO EPIGRAFICO
La maggior parte delle informa-
zioni relative la costruzione della piramide e l’identità del suo titolare, le
conosciamo grazie al ricco corredo epigrafico del monumento stesso. Il
proprietario è stato infatti identificato attraverso le due iscrizioni gemel-
le incise sulla facciata orientale (verso Piazzale Ostiense) e occidentale
(verso il Cimitero Acattolico) del sepolcro:
C(AIUS) CESTIUS, L(UCI) F(ILIUS), POB(LILIA TRIBU) EPULO, PR(AETOR),
TR(IBUNUS) PL(EBIS), / VIIVIR EPULONUM: Caio Cestio, figlio di Lucio, det-
to Epulo della tribù Poblilia, pretore, tribuno della plebe e settemviro
del collegio degli Epuloni.
I due testi, che sono identici anche “nell’impaginazione”, esibiscono il
nome completo del defunto accompagnato dal patronimico e dalla tribù
di appartenenza (Caius Cestius, Luci Filius, Poblilia tribu epulo), ma an-
che l’elenco delle principali cariche che il defunto aveva ricoperto in vita
(praetor, tribunus plebis, viivir epulonum). In particolare questo elenco
segue un ordine gerarchico inverso perché inizia con l’ultima (in ordine
cronologico) e più importante magistratura, quella di praetor, che Caio
Cestio probabilmente rivestì nel 44 a.C
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., e termina con quella di tribunus
plebis, che invece ricoprì all’inizio della sua carriera pubblica. La carica
sacerdotale di septemvir epulonum (viivir epulonum), vitalizia e rivestita
contemporaneamente da sette membri di famiglie di alto rango con il
compito di presiedere e curare l’organizzazione dei banchetti rituali (epula) in occasione delle principali feste
religiose, invece veniva assunta
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in un momento imprecisabile, al di fuori della rigida e preordinata successione
delle cariche civili. Proprio a questa carica collegiale Caio Cestio deve l’appellativo di epulo, che forse venne
aggiunto nel binomio prenome-gentilizio allo scopo di evitare equivoci di omonimia, probabilmente con altri
personaggi contemporanei appartenenti alla famiglia Cestia. Sul lato orientale della piramide, invece, quello
verso Piazzale Ostiense, è presente un’altra iscrizione che ci dice che il monumento venne costruito in 330
giorni, termine che era stato stabilito dallo stesso Caio Cestio nel suo testamento, sottoscritto sotto la direzio-
ne di L. Pontius Mela, erede del testatore, assistito da Pothus, un liberto della famiglia Cestia:
OPUS APSOLUTUM EX TESTAMENTO DIEBUS CCCXXX, / ARBITRATU / [L(UCI)] PONTI, P(UBLI) F(ILI), CLA(UDIA
TRIBU), MELAE HEREDIS, ET POTHI L(IBERTI): Opera completata, come da testamento, in 330 giorni, per dispo-
sizione di Lucio Ponzio, figlio di Publio, della tribù Claudia, erede di Mela, e di Potho, liberto.
4 / probabilmente lo stesso menzionato da Cicerone che ricoprì la carica nel 44 a.C.
5 / Come accadeva per tutti gli incarichi di natura religiosa.
foto 7 / (©Francesca Pontani) Vasi lustrali alternati a
figure femminili
foto 6 / (©Francesca Pontani) L’interno della camera
di sepoltura