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Girra, o l’utilizzo di un linguaggio figurativo appartenete alla tradizione

dell’Oriente pre-ellenistico. La ricerca archeologica sugli insediamenti di

questo periodo è purtroppo scarna e poche aree sono state indagate in

modo sistematico ad eccezione del Khuzistan e di alcune zone del Fars.

Firuzabad (Ardašīr-Xwarrah la “gloria di Ardashir”) fu il primo centro fon-

dato da Ardashir I (208-241 d.C.) nel 218 a.C. circa. La pianta della città

è circolare con una divisione radiale e con un’ulteriore suddivisione in

settori concentrici. Questo impianto urbano fu ripreso anche per la cre-

azione di altri siti, tra cui Darabgird. L’abitato di Firuzabad (così chiamato

dal X sec. d.C.) è diviso in 20 settori, mentre tre cerchie concentriche

lo suddividono ulteriormente in quattro cinture urbane. La sezione più

interna sembra esser stata destinata agli edifici ufficiali: qui si trovano

infatti il c.d. “Takth-eNishin”, un tempio del fuoco ed esattamente al cen-

tro del cerchio urbano una torre a pianta quadrata con rampe di scale ai

quattro lati. Non è chiara la funzione di questa struttura che fa propen-

dere gli studiosi per un uso difensivo, di guardia e avvistamento e co-

municazione con il castello (tramite segnali di fuoco) limitrofo di Qal’a-e

Dukhtar. Le ricerche hanno reso possibile la scoperta un’alta pedana

per le apparizioni del re e con buone probabilità un tempio del fuoco.

L’attività edificatrice continua anche nei secoli III e IV d.C. con la fonda-

zione di città con impianto ortogonale (Bishapur nel Fars, Jund-i Shapur

e Iwan-i Karkha nel Khuzistan). Non solo le aree del Fars sono soggette

ad attività di realizzazione di insediamenti: si costruisce anche in Me-

sopotamia e in altre zone dell’Iran. Come i Bizantini, anche i Sasanidi si

prodigarono per la difesa dei confini. Inizialmente a nord-est (regione

di Gurgan e della Margiana) vennero costruite fortificazioni finalizzate al

controllo del territorio; in epoca tardo-sasanide si associa il restauro del

“muro di Alessandro” e la costru-

zione di analoghe strutture quali

il muro di Tammisha. Lavori di ca-

nalizzazione, ponti, dighe ricondu-

cibili al potere centrale sasanide

furono realizzati grazie alle com-

petenze acquisite durante i con-

tatti frequenti, anche se bellici, con

l’Impero romano. Da un punto di

vista dei materiali usati per la rea-

lizzazione delle strutture si riscon-

trano elementi e tecniche differen-

ti, fattore legato come sempre alla

disponibilità di materia prima nei

luoghi (le famose varianti locali già

incontrate in precedenza).

Sintetizzando: muratura in pietre

non lavorate messe in opera con

malta gessosa, tipica dei monu-

menti del Fars; utilizzo del mattone

crudo nelle regioni del Nord-Est e

dell’Est; blocchi di pietra squadrati.

E’ attestato sia l’uso delle colonne,

i cui esempi arrivano dal palazzo

tardo-sasanide di Kangavar e dalle

sale a colonne e pilastri di Takht-i

Taq e Bostan / ph Philippe Chavin /

http://de.wikipedia.org/wiki/Taq-e_Bostan