

70
Girra, o l’utilizzo di un linguaggio figurativo appartenete alla tradizione
dell’Oriente pre-ellenistico. La ricerca archeologica sugli insediamenti di
questo periodo è purtroppo scarna e poche aree sono state indagate in
modo sistematico ad eccezione del Khuzistan e di alcune zone del Fars.
Firuzabad (Ardašīr-Xwarrah la “gloria di Ardashir”) fu il primo centro fon-
dato da Ardashir I (208-241 d.C.) nel 218 a.C. circa. La pianta della città
è circolare con una divisione radiale e con un’ulteriore suddivisione in
settori concentrici. Questo impianto urbano fu ripreso anche per la cre-
azione di altri siti, tra cui Darabgird. L’abitato di Firuzabad (così chiamato
dal X sec. d.C.) è diviso in 20 settori, mentre tre cerchie concentriche
lo suddividono ulteriormente in quattro cinture urbane. La sezione più
interna sembra esser stata destinata agli edifici ufficiali: qui si trovano
infatti il c.d. “Takth-eNishin”, un tempio del fuoco ed esattamente al cen-
tro del cerchio urbano una torre a pianta quadrata con rampe di scale ai
quattro lati. Non è chiara la funzione di questa struttura che fa propen-
dere gli studiosi per un uso difensivo, di guardia e avvistamento e co-
municazione con il castello (tramite segnali di fuoco) limitrofo di Qal’a-e
Dukhtar. Le ricerche hanno reso possibile la scoperta un’alta pedana
per le apparizioni del re e con buone probabilità un tempio del fuoco.
L’attività edificatrice continua anche nei secoli III e IV d.C. con la fonda-
zione di città con impianto ortogonale (Bishapur nel Fars, Jund-i Shapur
e Iwan-i Karkha nel Khuzistan). Non solo le aree del Fars sono soggette
ad attività di realizzazione di insediamenti: si costruisce anche in Me-
sopotamia e in altre zone dell’Iran. Come i Bizantini, anche i Sasanidi si
prodigarono per la difesa dei confini. Inizialmente a nord-est (regione
di Gurgan e della Margiana) vennero costruite fortificazioni finalizzate al
controllo del territorio; in epoca tardo-sasanide si associa il restauro del
“muro di Alessandro” e la costru-
zione di analoghe strutture quali
il muro di Tammisha. Lavori di ca-
nalizzazione, ponti, dighe ricondu-
cibili al potere centrale sasanide
furono realizzati grazie alle com-
petenze acquisite durante i con-
tatti frequenti, anche se bellici, con
l’Impero romano. Da un punto di
vista dei materiali usati per la rea-
lizzazione delle strutture si riscon-
trano elementi e tecniche differen-
ti, fattore legato come sempre alla
disponibilità di materia prima nei
luoghi (le famose varianti locali già
incontrate in precedenza).
Sintetizzando: muratura in pietre
non lavorate messe in opera con
malta gessosa, tipica dei monu-
menti del Fars; utilizzo del mattone
crudo nelle regioni del Nord-Est e
dell’Est; blocchi di pietra squadrati.
E’ attestato sia l’uso delle colonne,
i cui esempi arrivano dal palazzo
tardo-sasanide di Kangavar e dalle
sale a colonne e pilastri di Takht-i
Taq e Bostan / ph Philippe Chavin /
http://de.wikipedia.org/wiki/Taq-e_Bostan