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di frizione si susseguono momenti
di sostanziale equilibrio per sfocia-
re nuovamente in conflitti: infatti,
una nuova dinamica espansiva
condotta dal sovrano sasanide Xu-
sraw I (Cosroe) con la conquista, il
saccheggio e la deportazione degli
abitanti di Antiochia, fece scoppia-
re l’ennesimo conflitto nel 540 d.C.
Giustiniano I era il monarca assi-
so sul trono della nuova capitale
dell’Impero; il sovrano bizantino,
per garantirsi la pace sul fronte
d’Oriente, finalizzata al completa-
mento della sua strategia politico
religiosa, decise di pagare ingenti
tributi al re sasanide. L’Impero ro-
mano era sostanzialmente fram-
mentato nel momento in cui Giu-
stiniano I, ufficiale di lingua latina
dell’Illiria, venne associato nel 527
d.C. al potere imperiale dallo zio
Giustino. Le regioni occidentali dell’Impero barattate e sacrificate in fa-
vore dell’Oriente erano ormai una molteplicità di regni, mentre le pro-
vince orientali rimanevano sotto l’autocrazia e l’influenza di Costantino-
poli. Nella realtà dei fatti, anche la
parte orientale dell’Impero non era
immune dall’instabilità religiosa e
sociale che ne ostacolava la com-
pattezza interna. Lo volontà di Giu-
stiniano I, uomo dalla forte cultura
classica, fudi riunificare l’Imperoba-
sandosi su due principi fondamen-
tali, religione e politica: unificazione
religiosa sotto la croce di Cristo e
unificazione politica attraverso il
recupero dei territori appartenu-
ti a Roma, con il superamento del
dualismo territoriale esistente tra
l’Occidente e l’Oriente. Giustiniano
I, però, commise un grosso errore
sottovalutando il pericolo persiano,
le pressioni degli Avari e le ondate
migratorie e di conquista di altre
popolazioni arabe: la riconquista
dei territori d’Occidente e lo sfor-
zo militare ed economico compiu-
to per realizzarla portarono a un
decisivo indebolimento dei confini
orientali.
Tutti questi episodi si svolgono du-
rante un arco cronologico che è
stato definito dagli studiosi proto-
bizantino (convenzionalmente lo si
fa partire dal 313 d.C. per farlo con-
cludere all’inizio della controversia
iconoclasta del 726 d.C.), periodo nel quale si è riconosciuta la formazione
dell’immenso scenario di un grande e sfarzoso “spettacolo” (come Rene
Guerdan lo descrisse nel suo lavoro “L’oro di Bisanzio, splendori emiserie
di un Impero”) dove il protagonista, il monarca consacrato, interpreta il
ruolo di Cristo. Oltre la fede cristiana, tra i prodromi dell’Impero bizantino
(greco–anatolico) sono da evidenziare gli ingenti lasciti dell’Impero roma-
no, i contatti con le nuove popolazioni e la cultura greca. Nel protobizan-
tino, le province d’Oriente si estendevano dall’Anatolia fino all’Armenia e
tutta la regione siro-palestinese. All’interno di questa vasta zona, senza
contare tutte le varianti linguistiche locali, si parlavano almeno tre lingue
differenti: siriaco, latino e greco (latino lingua ufficiale fino alla metà del
VI sec. d.C., sostituita poi dal greco in questa funzione). L’organizzazione
territoriale è di impianto romano con l’insediamento urbano come fulcro
amministrativo e culturale del territorio circostante. In generale per tutto
il IV e parte del V secolo d.C. lo sviluppo delle città sembra continuare
sugli impianti topografici esistenti: i reticoli stradali rimangono gli stessi e
si riscontra la presenza di strutture quali fori, ippodromi e terme. In una
prima fase non si riconoscono ancora delle caratteristiche particolari ri-
conducibili a uno stilema architettonico bizantino originale. Successiva-
mente, inmodo graduale, si verificano i primi segni di cambiamento d’uso
Impero Bizantino