Table of Contents Table of Contents
Previous Page  67 / 105 Next Page
Information
Show Menu
Previous Page 67 / 105 Next Page
Page Background

67

edifici di carattere pubblico sia per l’edilizia residenziale. Varianti che riguardano le tecniche e la manodopera

specializzata e le materie prime. Si deve anche sottolineare che una differenza sostanziale, nella cura realizza-

tiva e nella tipologia del materiale utilizzato, è evidente quando la committenza e le maestranze sono diretta-

mente imperiali. Gli scavi condotti hanno evidenziato l’uso di materiale litico e/omateriale fittile per le strutture

portanti, legname e paglia o mattoni per le coperture; sono state attestate le volte a botte, a vela e a crociera.

Nelle province d’Oriente sembramaggiormente attestato l’uso della pietra tagliata: dall’Egitto alla zona siro-pa-

lestinese, dalla Grecia peninsulare all’Asia minore. Sono tutte zone dove il taglio della pietra e la messa in opera

del materiale litico vantava già una tradizione secolare. I laterizi, invece, sono presenti nella regione costanti-

nopolitana, nella Grecia continentale e nella Penisola Balcanica. Le murature in laterizi venivano realizzate con

l’uso di mattoni dalla forma quadrata disposti su più file attigue in orizzontale, intervallati da spessi strati di

malta, per creare muri pieni. Le analisi condotte sulle malte hanno evidenziato che quest’ultime erano sca-

denti, grossolane e friabili, composte di sabbia e ghiaia con inclusi di frammenti laterizi. Con buona probabilità

tale realizzazione veniva usata per strutture di cui si necessitava una costruzione rapida e in zone con scarso

materiale litico idoneo. A confermare questo dato troviamo le murature siriane riconducibili a un’architettura

prettamentemilitare o gli insediamenti fortificati lungo l’Eufrate che sono stati realizzati esclusivamente in late-

rizi. Esistono anche dei casi di impiego di materiale misto (pietra e laterizi), ma su edifici riconducibili alla diretta

committenza e realizzazione imperiale dove i bolli presenti ne sono la diretta testimonianza. La muratura in

pietra da taglio è attestata in un buon numero di varianti tipologiche, ma riconducibili a due classi principali:

la muratura piena in opera quadrata con il riutilizzo di blocchi decorati in caso di strutture di pregio;

la muratura a doppia cortina con nucleo interno in conglomerato cementizio, non raramente di scarsa

qualità con la presenza, a volte, di “cinghiature” formate da blocchi passanti.

Un esempio della seconda classe è stato riscontrato nelle mura fatte realizzare da Anastasio a Dara.

Agli edifici di culto veniva attribuita una valenza simbolica molto forte. Giustiniano I e i suoi successori, eredi

della concezione costantiniana dell’imperatore come rappresentante di Cristo sulla terra, usavano le magni-

ficenti chiese per rendere materiali e visibili le verità cristiane su cui si fondava l’ordine sociale terreno. Fonte

indispensabile per la prima età bizantina è il De aedificiis di Procopio di Cesarea, testo redatto alla metà del

VI secolo d.C.; un documento ricco di informazioni in cui sono descritti in dettaglio gli edifici fatti realizzare

dall’imperatore Giustiniano. Verosimilmente questo testo è viziato dalla volontà di rimarcare ed eternare la

magnificenza dell’azione giustiniana, ma, al contempo, è un ottimo indicatore delle scelte e dei progetti rea-

lizzati oltre che documento indispensabile per la conoscenza di monumenti non più esistenti. A Giustiniano

Procopio attribuisce la costruzione di oltre trenta chiese urbane solo a Costantinopoli, con un incremento,

rispetto a quelle già esistenti  a metà del V secolo d.C., di più del doppio. Nella capitale si registra una rottura

con la tradizione basilicale, situazione questa non verificatasi nelle altre zone dell’Impero d’Oriente. La regione

pianta Chiesa Meso