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avevo rilasciato un’intervista al Sole 24h che a lui

era molto piaciuta e mi aveva mandato una mail

ringraziandomi per il messaggio che volevo dare

per i beni culturali), da lì è nato un sodalizio e ab-

biamo firmato un accordo di collaborazione tra

il Museo Egizio e il CNR, il quale ci sta facendo

tutta la parte di multimedialità. Ad esempio una

delle cose che non so mai state mostrate al Mu-

seo Egizio, è il momento della scoperta. A partire

dalle 10.000 lastre dello Schiaparelli invece, sia-

mo in grado con l’opportuna tecnologia di ripor-

tare il visitatore al 15 febbraio del 1906, quando

la tomba di Kha venne scoperta. Si possono fare

delle foto immersive e tridimensionali su quelle

originali, quindi l’oggetto viene collocato nella po-

sizione in cui venne trovato.

Quindi il visitatore di cosa potrà disporre pratica-

mente al momento in cui inizia la sua visita al museo?

Avremo una grafica ambientale, dei testi di vetri-

na. I testi saranno divisi secondo la rigida struttu-

ra olandese che mi sono importato. Per cui avre-

mo i testi 0, A, B e C, ovvero, dei testi 0 che sono

i testi di sala che dicono quello che nella sala si

visiterà; i testi A che sono dei testi tematici; i testi

B che sono i testi di vetrina e i testi C, che saran-

no degli approfondimenti sugli oggetti esposti in

vetrina. E a proposito di connessioni, abbiamo

deciso da pochissimo che i testi di sala, oltre che

in italiano e in inglese, saranno anche in arabo.

Perché riteniamo che la seconda collezione egizia

al mondo non possa prescindere da una comu-

nicazione con la comunità locale prima e con la

comunità araba ed egiziana in toto. Solo a Torino

vivono più di 6000 egiziani e non dimentichiamo-

ci della comunità di Milano e soprattutto siamo

una collezione egizia, per cui quello è il luogo di

provenienza di tutti i reperti della collezione.

Daremo poi a tutti una video guida, proprio ades-

so i nostri curatori stanno facendo una riunione

per questo. Dal primo aprile avremo essenzial-

mente due percorsi, uno sarà il percorso the

ma-

ster pieces

e l’altro sarà dedicato ai bambini.

Questi percorsi verranno tutti implementati e

continueranno a svilupparsi durante tutto l’anno.

Il Museo sarà molto più grande di quanto non lo

fosse prima, un museo di 10.000 mq su quattro

piani, il che significa che per visitarlo tutto occor-

re avere molto tempo a disposizione. Cosa voglia-

mo fare dunque? Il Museo Egizio deve diventare

un contenitore al cui interno si possono avere

diversi percorsi. Quindi uno può scegliere il per-

corso degli scavi archeologici, il percorso dei tes-

suti (abbiamo la più grande collezione al mondo

di tessuti), il percorso sulla scrittura, il percorso

sulla mummificazione. Quindi il visitatore potrà

scegliere già all’ingresso, quando gli verrà con-

segnata la video guida, sulla quale sarà indicato

anche il tempo minimo di visita necessario per

affrontare ciascun percorso.

Un po’ come succede ai Musei Vaticani o al Louvre…

...coloro che ci stanno sviluppando le video guide

sono gli stessi dei Musei Vaticani, del Louvre, del

Metropolitan e di molti altri musei importanti.

Aldilà di quello che prevede la legge in materia di ab-

battimento delle barriere architettoniche, a cui devo-

no rifarsi obbligatoriamente le strutture pubbliche,

specie se in corso di una ristrutturazione importante,

è previsto un percorso per i portatori di handicap di-

versi da quello motorio?

La nostra attenzione alla disabilità è grande. Ab-

biamo già, e questo l’aveva già fatto la dottores-

sa Vassilika con un lavoro davvero encomiabile,

lo sviluppo di un’application di Google Glass per

i non udenti, in cui indossando questo speciale

dispositivo potranno vedere una guida che utiliz-

zando la lingua dei segni spiegherà loro quanto

necessario per fruire della collezione. L’applica-

zione è già stata sviluppata e stiamo cercando

uno o più finanziatori per completare il progetto.

La mia attenzione a tutto il mondo della disabilità

poi è fortissima, tanto che sto cercando di porta-

re già adesso il Museo fuori, da coloro che non

possono venire da noi. Le faccio un esempio. La

settimana scorsa sono stato all’ospedale Regina

Margherita, un ospedale pediatrico, con il mio

Dal corredo funerario di Kha e Merit / ph Paolo Bondielli