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Traduzione continua

A IV.3 - VI.13

Giunto a Nina, Gudea espone a Nanshe il suo problema, ma si comprende dalla risposta della dea anche il

perché dell’incomprensione del sogno, essendo implicati dèi le cui figure dovevano sfuggire alla mente di un

mortale. Solo dopo Gudea comprende di aver visto in sogno non solo il dio Ninjirsu, ma anche altre divinità,

come Ninjishzida, suo dio personale, Nisaba, la dea con lo stilo che disegna la pianta del tempio con le stelle

“buone”, quindi propiziatrici del buon evento, e Nindub, la divinità preposta alla costruzione di edifici

soprattutto templari, che lo avrebbe assecondato e guidato nella difficile opera realizzatrice del desiderio

divino.

90

Salì sulla sua grande nave;

91

verso la sua città Ninive la nave portò; al molo di Siraran la nave fece approdare.

92

Il governatore nel cortile della dea di Sirara la testa verso il cielo sollevò,

93

offerte di pane presentò, acqua fresca libò,

94

da Nanshe andò, a lei una preghiera portò:

95

“ O Nanshe, potente signora, signora della preziosissima forza divina,

96

signora che come Enlil decide i destini,

97

mia Nanshe, la cui parola è vera

98

(ed) è dominante.

99

Tu sei l’augure degli dei,

100

tu sei la signora di tutte le terre. O madre, la mia faccenda oggi è un sogno.

101

Nel sogno c’era un uomo enorme come il cielo,

102

enorme come la terra.

103

Egli riguardo alla sua testa era un dio,

104

riguardo alle sue braccia era un uccello-Anzud,

105

riguardo alla sua parte inferiore era una tempesta;

106

alla destra e alla sua sinistra giaceva un leone.

107

Di costruire il suo tempio mi ordinò,

108

(ma) il suo significato io non compresi.

109

(Poi) la luce del giorno uscì per me dall’orizzonte:

110

c’era una donna – chi era mai?

111

… lei … covoni … aveva fatto (?);

112

uno stilo di argento raffinato (?) teneva nella mano;

113

pose su un tavoletta le stelle del cielo favorevole

114

(e) prende da essa consiglio.

115

Inoltre, c’era un guerriero:

116

aveva piegato il braccio, teneva in mano una tavoletta di lapislazzuli

117

(e) stava disegnando il piano del tempio.

118

Davanti a me pose il sacro paniere,

119

il sacro stampo del mattone preparò,

120

il ‘mattone del destino’ nello stampo per me pose.

121

In un saldo albero-ildag posto davanti a me

122

un eccello-tigid passava il giorno cinguettando.

123

Sulla destra del mio Signore un asino scavava la terra per me”.

124

Al governatore sua madre Nanshe risponde:

125

“O mio pastore, il tuo sogno io stesso interpreterò per te.

126

Riguardo all’uomo enorme come il cielo, enorme come la terra,

127

che quanto alla sua testa era un dio, quanto alle sue braccia

128

un uccello-Anzud, quanto alla sua parte inferiore una tempesta,

129

e alla cui destra e sinistra giaceva un leone,

130

egli era in verità mio fratello Ninjirsu;

131

di costruire il suo tempio, l’Eninnu, ha te ha dato ordine.

132

La luce del giorno che per te è uscita dall’orizzonte,

133

(è) il tuo dio (personale) Ninjishzida: come la luce del giorno egli è sorto per te dall’orizzonte.

134

La giovane donna che ... covoni ... aveva fatto (?),

135

che uno stilo di argento raffinato (?) teneva nella mano,

136

che su una tavoletta le stelle del cielo favorevole pose

137

(e) da essa prese consiglio,

138

ella era in verità mia sorella Nisaba.

139

Con le pure stelle, per la costruzione del tempio