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Più recentemente, rifacendosi allo studio di Olzscha, Rix ha riproposto l’idea che, come anche nei rituali umbri,
i testi paralleli del
Liber
siano delle preghiere e che ci sia la presenza di una proposizione iniziale che contiene
la data, il nome della divinità cui il rituale è rivolto e una dichiarazione finale che il rito è compiuto. Poi segue
una parte “preparativa” con l’elenco delle azioni da eseguire e infine una fase “esecutiva” in cui si descrive il ri-
tuale vero e proprio.
Considerazioni conclusive
Il problema nello studio del testo della mummia di Zagabria è che, accanto alle difficoltà di confronto con le
testimonianze degli autori latini, non esiste una precisa corrispondenza neanche all’interno della documenta-
zione archeologica ed epigrafica etrusca, perchè il pantheon attestato dal
liber
non presenta confronti con
nessuna fonte epigrafica conosciuta, neanche dal cerimoniale di Capua o dal fegato di Piacenza, che approssi-
mativamente sono ascrivibili alla stessa cronologia. Il testo della mummia è stato analizzato da più punti di
vista e, a partire dal suo contenuto liturgico, si è voluta evidenziare la prevalenza di preghiere (Olzscha, Rix) o
di prescrizioni (Pfiffig), entrambe comunque ben attestate a giudicare dal ricorrere di formule di invocazione e
dal costante ripetersi di intere sequenze. Un tema centrale
nello studio del
liber
è rappresentato dall’organizzazione del
suo calendario. Dopo il lungo rituale di Nettuno, stabilito per il
26 settembre, sono riportate una serie di locuzioni temporali,
le quali, forse a causa della lacunosità del testo, apparente-
mente non individuano un rituale preciso per una divinità, ma
una serie di azioni. Significativo e particolare è quindi il mano-
scritto della mummia di Zagabria, testimonianza della sfera
spirituale della civiltà degli Etruschi.
foto 6 / Alessandria d’Egitto / ph
flickr.com/photos/crocieristi/Francesca
Pontani
Ha conseguito la laurea in Lettere, Qua-
driennale Vecchio Ordinamento, indiriz-
zo Egittologia, con votazione 110 e lode
presso l’Università di Roma La Sapienza,
discutendo la tesi dal titolo: “Kahun. Città
del Medio Regno”. Ha partecipato a nu-
merose campagne di scavo archeologi-
co..
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