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Kenamun.
L’undicesima mummia
Il 12 Aprile 2014 presso il Museo di Storia Naturale, nella splendida cornice della Certosa di Calci in provincia
di Pisa, è stata inaugurata la mostra dal titolo “Kenamun. L’undicesima mummia”, organizzata dal sistema mu-
seale d’Ateneo in collaborazione con il Museo Archeologico Nazionale di Firenze e con la Soprintendenza per i
Beni Archeologici della Toscana. L’esposizione resterà visitabile fino al 29 giugno 2014.
I circa 40 reperti, ripartiti su 2 stanze, sono stati selezionati e prelevati direttamente dalle teche del Museo
Archeologico Nazionale di Firenze da cui hanno poi preso la via per la Certosa di Calci a pochi giorni dalla data
prevista per l’inaugurazione ufficiale. Nella prima stanza, accuratamente allestita, il visitatore è accolto dalla
riproduzione in scala 1:1 del cocchio su cui il faraone correva nel deserto e su cui era solito andare a caccia:
l’originale, esposto presso il museo fiorentino, fu recuperato da Rosellini nella stessa tomba da cui proviene il
sarcofago di Kenamun. Allo stesso contesto appartengono anche l’arco e varie suppellettili, tra cui un reggite-
sta, varie stele, i vasi canopi in alabastro e gioielli in oro e faience, esposti nella stessa sala.
Il “pezzo forte” dell’allestimento è rappresentato dalla mummia nella seconda stanza che le è stata interamen-
te dedicata quasi a riprodurre una sorta di vera e propria cripta. Le spoglie di Kenamun, fratello di latte del
faraone Amenohotep II, sovrano della XVIII dinastia, riposano all’interno dello splendido sarcofago in legno
nero decorato in oro: la cassa è leggermente aperta, permettendo così di poter osservare lo scheletro perfet-
tamente conservato e ricomposto. L’allestimento è arricchito con un pannello espositivo e con un interessante
quanto efficace presentazione video sulla storia del reperto e della sua riscoperta: ebbene sì, si tratta di una
vera e propria riscoperta poiché dal lontano 1828, anno della spedizione franco-toscana in Egitto, una delle
undici mummie recuperate da Rosellini e Champollion finì per essere persa durante il viaggio di ritorno in Italia.
Così si è erroneamente creduto per lunghissimo tempo. Infatti, dal momento in cui si perse ogni attesta-
zione riguardo alla mummia ed al suo sarcofago, si sviluppò inesorabilmente la profonda convinzione che i
due reperti fossero andati distrutti
a seguito del lungo tragitto a bordo
del vascello Cleopatra; d’altronde è
verosimile pensare che per l’epoca
non fosse certamente un’impresa
da poco far affrontare un viaggio in
mare ad un reperto tanto fragile e
delicato, dal momento che, alla mi-
nima variazione di umidità, rischia
di subire danni ingenti. Si è quindi
sempre creduto che l’undicesima
mummia si fosse deteriorata insie-
me al suo sarcofago.
Questa convinzione, come una sor-
ta di triste rassegnazione, ha ac-
compagnato gli studiosi e gli esperti
di Egittologia fino al 2012, quando,
Gemma
Bechini
egittologia