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Fenice sulla piramide, Tempio di Medinet Habu, Ramses III
molte di queste piramidine sono state costruite nelle vicinanze di siti ad
alto valore politico durante il Periodo Predinastico (Sinki ed Ombos sono
nei pressi di Abido, el-Kula è presso Hierakonpolis). E’ interessante inoltre
notare che quando fu completato il passaggio dalla piramide a gradoni
a quella regolare, queste piccole piramidi non vennero più erette, quasi
a volerne rimarcare un uso collegato intrinsecamente al consolidamen-
to di un messaggio politico, oramai ben diffuso su tutto il territorio. Un
ulteriore segno dell’immenso e fondamentale valore politico ed econo-
mico delle piramidi si ricava dall’analisi di alcune proprietà e fondazio-
ni religiose istituite agli inizi della IV dinastia, registrate sugli annali della
Pietra di Palermo. Per il solo regno di Snefru, infatti, sono citati circa 35
nuovi domini e 122 fattorie, disseminate soprattutto nel Medio Egitto, le
cui rappresentazioni antropomorfe sono presenti anche sulle scene del
tempio della piramide del sovrano a Dahshur, nell’atto di portare offerte
per il culto regale.
Da questo punto di vista è rimarchevole l’istituzione di nuove città o vil-
laggi come conseguenza del consolidamento statale in Egitto, ma anche
e soprattutto come base economica per l’edificazione di imponenti mo-
numenti regali quali le piramidi. In tal senso si assiste ad una vera e pro-
pria colonizzazione dell’Egitto, processo che rese le Due Terre uno dei
primi imperi della storia, capillarmente controllato da un’amministrazio-
ne centrale. E’ quindi evidente che la costruzione di una piramide non
può essere considerata semplicemente il frutto di tradizioni ideologiche
e religiose, bensì anche e soprattutto il risultato di una precisa volontà
politica ed economica, fattori che agirono da spinta per un’evoluzione
storica che permise l’accentramento del potere da parte dei sovrani e,
contemporaneamente, la crescita e l’arricchimento di tutto l’Egitto.
La realizzazione delle piramidi fu conseguenza dello sfruttamento di no-
tevoli risorse materiali ed umane, che però parteciparono ad una sorta
di atto ‘rituale’ sentito di rilevanza fondamentale per il paese, intriso di
tradizioni culturali e sociali oramai radicate da secoli nella società, che in-
centivò conseguentemente lo sviluppo politico ed economico dell’intero
Egitto. Naturalmente tali concetti
dovevano essere ben chiari nelle
menti della classe dirigente dell’e-
poca, mentre il popolo era più ve-
rosimilmente guidato dalla propa-
ganda regale e religiosa, secondo
la quale il faraone agiva sempre per
mantenere l’ordine della Maat (or-
dine cosmico presente all’atto della
creazione), anche attraverso l’edifi-
cazione delle piramidi, rinnovando
in tal modo ogni giorno la creazio-
ne del mondo e permettendo così
anche all’ultimo dei contadini egi-
ziani di vivere in pace e benessere.
In tal senso le piramidi rappresen-
tano l’avvenuta conquista da parte
degli antichi del predomino sulla
natura e sugli altri loro simili, in uno
sforzo di consolidamento del pote-
re assoluto di cui questi imponenti
edifici non sono che l’ultima e defi-
nitiva espressione.
Approfondimenti: M.Lehner, The Complete Pyramids, London 1997