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approfondimenti

ralleli sulle due facciate, cambiando solamente

per senso d i le ttura o per d irezione d elle fi -

gure

13

.

Anche i due lati brevi sono decorati

14

, montanti

e ar chit rave compresi, come del resto i muri

settentrionali e meridionali sia del vestibolo

15

che del santuario

16

.

Una d elle caratteristiche c he la rendono un

unicum è che, contrariamente ad a ltri edifici

egiz i, la Cappella Rossa non è costituita da

blocchi d i grandi di mensioni: l e p ietre hanno

un modulo ridotto

17

.

Il santuario è stato orientato lung o l’asse

est/ovest del tempio, allineato a sua volta al le-

varsi del sole nel solstizio d’inverno

18

.

Per rispondere ad interrogativi circa la messa

in posa e la costruzione dell’edificio sacro du-

rante la XVIII dinastia, sono state formulate di-

verse ipotesi e compiuti numerosi tentativi per

trovare risposte definit ive, nonostante fosse

già n oto l’ utilizzo d i leve, s litte e metodi p er

trasportare da un l uogo all ’altro i blo cchi ta -

gliati

19

.

Basti citare lo studio di G. Legrain: nel 1900 di-

mostrò che una forza lavoro numerosa soppe-

riva la mancanza di strumenti

20

.

Per ridurre al massimo le forze di sfregamento

nel contatto con il suolo, gli egizi utilizzavano

uno strato di limo umidificato per far sì che il

carico scivolasse; per il trasporto te rreste si

avvalevano di slitte, mentre per quello fluviale

di battelli

21

.

Per quanto concerne l’ordine di posa dei bloc-

chi, il CFEETK è stato in grado di eseguirne una

ricostruzione

22

grazie a intagli e forature nelle

pietre in c ui le leve erano inserite per mano-

vrarli.

Non vi è certezza sul metodo util izzato dagli

operai e architetti di Hatshepsut, tuttavia l’or-

dine di posa era probabilmente inverso a

quello delle lancette di un orologio, con le pie-

tre del lato nord posate da est a ovest e vice-

versa per quelli del muro meridionale.

Questa os servazione permette d i collocare la

rampa di trasporto a ll’estremità ovest d el

muro settentrionale, in modo che l’inte rno

della Cappella Rossa rest asse v uoto e alt resì

per facilitare gli aggiustamenti ai pezzi.

Differentemente, le due facciate laterali furono

costruite simultaneamente seguendo una pro-

gressione c ircolare; risulta difficile pensare

che facessero il giro completo della fila , più

probabilmente furono erette due ra mpe in

mattoni c rudi

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perpendicolarmente e vicino

alle porte

24

.

Una volta terminata la posa d ei blocchi, le

rampe venivano tolte e l’intonacatura era ese-

guita con l’ aiuto di ponteggi in le gno le gato

con r afia, forse installati a ll’in terno e al-

l’esterno del santuario.

Per s istemare l’architrave della porta interna

e di quella orientale fu necessario riempire di

mattoni c rudi l’angolo de l muro sopra cu i il

monolite doveva ruotare per andare a posto.

Quanto all’ut ilizzo di un materiale di riempi-

mento, è possibile che sia stato usato il gesso

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ma poche tracce ne sono pervenute per essere

sicuri del suo effettivo impiego.

Hatshepsut fece costruire la Ca ppella Rossa

per ospitare la barca sacra al dio Amon, parte

indispensabile de l tempio la prima e oggetto

sacro per il cult o la s econda: il s imulacro ve-

niva portato in processione e esigeva un luogo

adatto per alloggiare durante il tempo in cui ri-

maneva fermo.

Ma come veniva trasportato un simile oggetto

durante le cerimonie e le feste religiose?

Un articolo (sempre scritto da G. Legrain

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) del

1917 for nisce preziose de lucidazioni sulle ca -

ratteristiche dell’oggetto sacro e su come veni-

vano or ganizzate le p rocessioni d ella Fe sta

della Valle e della Festa di Opet.

Innanzitutto l ’egittologo sp iega c he il pavese

della barca di Amon durante le dinastie XVIII e

XIX posava su c inque barre , utilizzate da i sa-

cerdoti per portare in corteo l’oggetto sacro.

Esso era posizionato tra le gambe di due bal-

dacchini, a loro volta sistemati sopra pertiche.

La b arca d i Amon vie ne descritta come una

stretta piroga le cui prua e poppa erano ornate

di teste d’ariete. Al centro si trovava un piccolo

padiglione, con il tetto incurvato in avanti e so-

stenuto da quattro col onnette, a l cui f usto si

legava un ve lo a p rotezione d el c ontenuto

sacro. Una tavola tra le pertiche s erviva d a