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speciale deir el-medina

fu il grande decifratore Champollion che, non es-

sendo ancora stati intrapresi gli scavi nel villaggio

e nella necropoli, lo lesse del tutto naturalmente

“Sede della giustizia” ritenendo fosse da riferirsi

ad un tribunale. In base a questa sua errata, ma

corretta per il tempo, deduzione, ritenne che il

personale ap partenesse a lla ma gistratura. Fu-

rono anni dopo gli egittologi Brugsch e Maspero

che capirono che non ci si trovava di fronteama-

gistrati, ma a persone legate al culto funerario ed

in particolare alla costruzione di ipogei. Accanto

agli adulti nella squadraera presente anche un’al-

tra categoria di lavoratori: i “meneh”,

mnH

.

Questi erano adolescenti inseriti nella squadra

per dar loro modo di imparare un mestiere. Rice-

vevano un salario più basso in quanto, non es-

sendo sposati, non dovevano mantenere moglie e

figli. A volte erano particolarmente giovani, e ve-

nivano per questo chiamati “(mene)h sceri”,

(

mn

)

H Sri

14

. Nella maggior parte dei casi

pervenutaci il numero degli adolescenti variava

da due, p iù f requentemente, a dodici. Ovv ia-

mente il loro numero er a sempre inferiore ri -

spetto a quello degli u omini de lla s quadra.

Raramente questo titolo era indicato accanto al

proprio nome, ma alcuni casi sono giunti sino a

noi: verso la fine della XIX dinastia abbiamo noti-

zia di un meneh chiamato Wennofre

15

e di un ado-

lescente chiama to Praa peyout im pegnato ad

accompagnare Hi ramunpnaaef ne l ris eppelli-

mento del Re Sethi I

16

. Alcuni adolescenti non fa-

cevano parte della comunità operaia, vivendo in

altre località; altri invece prendevano il posto del

loro padre o lavoravano insieme a lui. Da meneh

si diveniva uomini della squadra attraversouna

promozione stabilita dal visir, su proposta dello

scriba che gli inoltrava via lettera la richiesta. Non

mancavano r egalie all o s criba pe r mettersi in

buona luce: allo scriba Harsheri ed ai due capi-

squadra Nekhemmut e Inherkha furono donati

parecchi oggetti, principalmente mobili in legno

17

.

Un gradino più sotto, aggiunti di tanto in tanto

alla squadra, vi erano i “bambini della Tomba”,

ms-xr

. Tale parola si riferisce sia ai

bambini che a lle b ambine: era un’espressione

fissa ed, essendo

xr

un determinativo invariabile,

era priva dell’articolo

pA

. Inoltre è l’unico titolo

che contempla la parola Tomba,

xr

. Alcuni mode-

sti oggetti sui quali è possibile leggere il nome del

“Bambino della Tomba Mose

18

“ e del “Bambino

della Tomba Ramose

19

” sono stati ritrovati nella

camera funeraria della tomba TT1 di Sennedjem.

Un ignoto “Bambino della Tomba” fu catturato in-

sieme ad un gruppo di ladri e condannato i n-

sieme a loro alla pena capitale. Un altro, di nome

Nebamun, insieme ad un guardiano della Tomba,

fu t estimone in o ccasione di un a transazione

avente come oggetto un asino ed in seguito te-

stimoniò in tal senso

20

. Ai “Bambini della Tomba”

erano affidati semplici compiti commisurati alla

loro età, come misurare il grano o portare l’ac-

qua. Con questa def inizione, in m aniera a ffet-

tuosa, erano soliti chiamarsi i componenti adulti

della squadra

21

. Una figura molto importane all’in-

terno della squadra era quella di “disegnatore o

pittore nella Sede della Verità”, seshqedutem set

Maat che, grazie al particolare tipo di lavoro che

svolgeva, e ra in diretto contatto con l o s criba

della Tomba. Capitava a volte che un pittore riu-

scisse ad ottenere l’ambita carica di scriba, come

nel caso di Harsheri che, nella XX dinastia, suc-

cesse al padre Amennakht: per poter infatti dipin-

gere le pareti anche il pittore doveva aver

qualche nozione di scrittura che poteva accre-

scere nel tempo. Non sono rari i casi di pittori che

utilizzavano il titolo di scriba pur non essendolo.

Siamo, allo stato attuale degli studi, a conoscenza

dell’identità di quarantacinque pittori, dalla fine

della XVIII dinastia sino alla fine del Nuovo Regno.

L’organizzazione lavorativa contemplava anche

categorie di lavoratori non facenti parte della

squadra vera e propria. Della prima di esse face-

vano parte i “Guardiani della Tomba” con il com-

pito di custodire i n un m agazzino tutti gli

strumenti utilizzati dagli operai per adempiere

alle loro attività e, in caso fossero danneggiati, di

consegnarli agli addetti alla riparazione. Erano

membri del tribunale ed erano testimoni delle ri-

sposte dell’oracolo di Amenhotep I. I “Guardiani

della Tomba” erano due: ad uno era assegnato il

turno di giorno, all’altro quello notturno. Sono

pervenuti sino a noi i soli nomi di sedici guardiani.

Il loro titolo in caratteri geroglifici era “Guardiano

nella Sede della Verità” o, in rarissimi casi risa-

lenti all’epoca Ramesside, “Guardiano del Signore

delle due Terre nella Sede della Verità”

22

, mentre

nei d ocumenti amministrativi e ra “Guardiano

della Tomba”. In geroglificovi sono tre grafie dif-

ferenti

oppure

sAwty

e

sAw

, tutte derivanti dalla stessa

radice.

sAwty

è utilizzato in caratteri ieratici solo

nella XIX dinastia ed in geroglifico tra la XIX e la