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miti

L’opera immort ala lo s contro epico tra il m o-

stro e l’eroe; l a Chimera è rit ratta sofferente,

morente, mentre si ritrae in un atteggiamento

di difesa. È ferita, il sangue sgorga abbondante

e le vene sono messe in forte evidenza a sotto-

lineare l a tensione e l o s forzo della bestia

prima che Bellerofonte, in sella al suo cavallo

alato, Pegaso, sferri il colpo di grazia (foto 6).

A questo proposito vale spendere qualche pa-

rola sulla figura epica dell’animale; donato al -

l’eroe da Po seidone, è il più noto tra i c avalli

alati nella mitologia greca. Secondo il mito, il

cavallo nacque dal terreno bagnato dal sangue

che sgorgava dalla testa recisa di Medusa, uc-

cisa da Perseo, che per primo lo cava lcò pe r

salvare Andromeda. Andromeda era stata

esposta su uno scoglio per essere uccisa e di-

vorata da un mostro mandato da Poseidone,

ma Perseo, appena giunto in sella di Pegaso, si

innamorò della donna e uccise il m ostro ma-

rino che stava per divorarla, aiutandosi con la

testa di Medusa da lui d ecapitata

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. Fu poi ca-

valcato da Be llerofonte che lo ricevette in

dono da s uo padre Poseidone, d io d el m are,

che lo assistette nell’epica battaglia contro la

Chimera. Ed è proprio il momento della morte

che viene immortalato dalla statua in bron zo;

le fauci, spalancate in un ultimo ruggito di do-

lore, lasciano mostrare i denti in un atteggia-

mento minaccioso e di sfida, come se il mostro

stesse per sferrare un ultimo attacco, mentre

ormai la testa caprina sulla schiena è morente

e quasi totalmente reclinata sul fianco sinistro.

Nelle zampe, dagli artigli ben p iantati a terra,

sta tutta la ferocia della bestia che nonostante

stia morendo sotto i colpi di lancia, non si dà

per vinta e se mbra pr onta a d a ttaccare di

nuovo, con impeto e violenza. La statua è una

sorta di “fermo immagine” di un momento di

alto pathos, azione e concitazione; dunque, ef-

ficace rappresentazione di un mostro che sem-

bra stia per prendere vita. In considerazione di

quanto recitava il mito, è stato ipotizzato che

l’opera facesse parte di uno sp lendido gruppo

statuario che avrebbe dunq ue vis to Be llero-

fonte in se lla a Pegaso dalle ali s piegate e la

Chimera morente, ma alla luce di due semplici

considerazioni manca (e sempre mancherà) la

certezza sull’effettiva rea lizzazione di un s if-

fatto capolavoro di b ronzist ica: innanzitut to,

non sono testimoniati ulteriori ritrovamenti in

zona, per cui s embrerebbe che la Chimera

stesse, lei sola, a rappresentare il mito. Inoltre,

dato non meno importante, sulla zampa destra

dell’animale è stata in cisa una i scrizione c he

recita “TINSC IVIL” o “TI NS V IL” ed è traduci-

bile come “in dono al dio Tin”, una delle mas-

sime divinità del panteon etrusco; si crede che

si tr atti d i u na d edica ed è proprio g razie a

questo elemento che si ritiene che la statua sia

una offerta votiva a sé stante, voluta da un pri-

vato c ittadino etrusco che c ommissiona

l’opera alla bottega di bronzisti greci per fare

un’offerta al dio (foto 7). Dunque, una specie

di voto in onore della divinità, per una grazia

ricevuta o per propiziare un avvenimento.

5 Enciclopedia dell’arte antica.

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M.MORETTI 1966; S. STEINGRABER 1985; S.STEINGRABER2006.

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