

55
miti
curiosità e l’interesse verso questo capolavoro,
non mancando di accennare al mito della Chi-
mera e B ellerofonte, si of fre un quadro e sau-
stivo dell’opera.
Fin dal VII sec. a.C., la città di Arezzo sembra
essere un centro di primo ordine nella lavora-
zione dei metalli, in forte concorrenza con Vol-
terra, poiché, data la frequenza di ritrovamenti
di suppellettili in bronzo, si ritiene che le zone
immediatamente lim itrofe a l ce ntro f ossero
molto g enerose in quanto a materie p rime.
Non a caso, attorno ai monti Rognosi, oggi ri-
serva naturale di 171 ettari, si conoscono vene
di metalli ferriferi e cupriferi che, con alta pro-
babilità, possono essere state s fruttate dagli
artigiani della cittadina per il reperimento dei
metalli; il c hé c ostituisce un d ato d i impor-
tanza primaria nella ricostruzione degli aspetti
economici della città, n onché, conseguente-
mente, della nascita e dello sviluppo del cen-
tro
1
. L’antica Arezzo nasce su un’altura protetta
naturalmente d a dolci p endii e bagnata da
corsi d’ acqua, tra cui il Chiana; il centro mo-
derno insiste su quello antico e domina a nord
il Casentino ed il med io Valdarno, ad ovest le
dolci colline del Chianti, ad est le valli che por-
tano al Tevere e a sud, per l’appunto, tutta la
Valle del Chiana. Alla facies villanoviana, che
dal IX sec. a.C. si protrae a tutto l’VIII sec. a.C.,
viene fatto r isalire un sepol creto i dentificato
in località Caselle, lungo la v ia Fi orentina, da
cui provengono fibule bronzee e cinturoni. Al
primo orientalizzante, o ssia d al V II s ec. a .C.
agli inizi del VI sec. a.C., sono datati bronzetti
votivi f iliformi in stile geometrico, di soggetti
sia maschili sia femminili, dalla testa sferoidale
con sommari accenni f isionomici. Ma almen o
fino agli i nizi dello stesso secolo non s embra
che si possa ipotizzare la nascita di un vero e
proprio c entro urbano; è infatti ai primi d e-
cenni del VI sec. a.C. che in località Poggio del
Sole, a nord ovest dell’abitato, viene d atata
una n ecropoli, nettamente separata dall’abi-
tato che invece si concentra nell’attuale zona
di S. Jacopo da cui derivano antefisse a figura
umana int era e s ime rampanti d atate fino a
tutto il V sec. a.C. Il recupero di bronzetti votivi
di vario genere in grande quantità ha per-
messo d i id entificare santu ari in località San
Bartolomeo e Fonte Veneziana. A questo pro-
posito, alla fine del V/inizi del IV sec. a.C. risal-
gono suppellettili e doni vo tivi re cuperati
nell’area cittadina, nonché ceramica a vernice
nera la cui produzione si protrae fino al I sec.
a.C., quando viene rimpiazzata dalla ceramica
corallina. D al I V/III s ec. a .C. la c ittà s embra
aver assunto un atteggiamento filoromano; lo
dimostra il fa tto che gli a retini sono stati gli
unici tr a i po poli d’ Etruria a no n approfittare
delle guerre sannitiche per minacciare Roma.
Inoltre, al 302 a.C. si data una guerra intestina
alla ci ttà, tra la fazione aristocratica e quella
servile, che viene r isolta grazie all’int ervento
di Roma che riporta l’aristocrazia al comando.
Di questo episodio lascerebbe tracce un’epi-
grafe di età giulio–claudia, in cui si menziona
un c erto
Aulo S purinna
, tarquiniese, che
avrebbe fronteggiato la guerra. Non a caso, in
diverse documentazioni epigrafiche, risultano
nomi di personaggi romani appartenenti al la
gens Spurinna
. Dal III sec. a.C. la città gode di
un particolare momento d i flo ridezza a cui
vengono fatti risalire complessi sacri, tra cui il
più noto è stato identificato in località Castel-
secco, in contesto fuori urbano che dista circa
3km dal centro, in direzione sud/est. Arezzo si
dimostra ancora filo romana nel 2 05 a .C.,
quando si d istingue dall e al tre ci ttà etrusche
per aver donato ingenti quantità di frumento
ed armi a Pu blio Corn elio Scip ione che stava
preparando la guerra contro Annibale. Il fatto
che la città di Arezzo fosse un centro di primo
ordine lo dimostra anche la semplice constata-
zione c he d al II sec. a .C. vie ne raggiunta d a
strade consolari, t ra cui la Cassia ne l 17 1 a .C.
Dopo la g uerra s ociale d ell’88 a .C., la c ittà
viene ascritta alla tribù Pontina, messa a ferro
e fuoco dall’esercito vittorioso di Silla e, 6 anni
più tardi, precisamente nell’82 a.C., diventa co-
lonia militare con il nome di
Arretini Fidentio-
res
e poco dopo viene insignita del titolo di
colonia cesariana. Dal I s ec. a .C. l a c ittà s i fa
conoscere al mondo antico grazie alla produ-
zione di ceramica sigillata, anche nota in lette-
ratura come “ceramica aretina”; utilizzata per
la di spensa, s i cl assifica come un p rodotto d i
1 G. CAMPOREALE 2004, pp. 333 ss.