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miti

curiosità e l’interesse verso questo capolavoro,

non mancando di accennare al mito della Chi-

mera e B ellerofonte, si of fre un quadro e sau-

stivo dell’opera.

Fin dal VII sec. a.C., la città di Arezzo sembra

essere un centro di primo ordine nella lavora-

zione dei metalli, in forte concorrenza con Vol-

terra, poiché, data la frequenza di ritrovamenti

di suppellettili in bronzo, si ritiene che le zone

immediatamente lim itrofe a l ce ntro f ossero

molto g enerose in quanto a materie p rime.

Non a caso, attorno ai monti Rognosi, oggi ri-

serva naturale di 171 ettari, si conoscono vene

di metalli ferriferi e cupriferi che, con alta pro-

babilità, possono essere state s fruttate dagli

artigiani della cittadina per il reperimento dei

metalli; il c hé c ostituisce un d ato d i impor-

tanza primaria nella ricostruzione degli aspetti

economici della città, n onché, conseguente-

mente, della nascita e dello sviluppo del cen-

tro

1

. L’antica Arezzo nasce su un’altura protetta

naturalmente d a dolci p endii e bagnata da

corsi d’ acqua, tra cui il Chiana; il centro mo-

derno insiste su quello antico e domina a nord

il Casentino ed il med io Valdarno, ad ovest le

dolci colline del Chianti, ad est le valli che por-

tano al Tevere e a sud, per l’appunto, tutta la

Valle del Chiana. Alla facies villanoviana, che

dal IX sec. a.C. si protrae a tutto l’VIII sec. a.C.,

viene fatto r isalire un sepol creto i dentificato

in località Caselle, lungo la v ia Fi orentina, da

cui provengono fibule bronzee e cinturoni. Al

primo orientalizzante, o ssia d al V II s ec. a .C.

agli inizi del VI sec. a.C., sono datati bronzetti

votivi f iliformi in stile geometrico, di soggetti

sia maschili sia femminili, dalla testa sferoidale

con sommari accenni f isionomici. Ma almen o

fino agli i nizi dello stesso secolo non s embra

che si possa ipotizzare la nascita di un vero e

proprio c entro urbano; è infatti ai primi d e-

cenni del VI sec. a.C. che in località Poggio del

Sole, a nord ovest dell’abitato, viene d atata

una n ecropoli, nettamente separata dall’abi-

tato che invece si concentra nell’attuale zona

di S. Jacopo da cui derivano antefisse a figura

umana int era e s ime rampanti d atate fino a

tutto il V sec. a.C. Il recupero di bronzetti votivi

di vario genere in grande quantità ha per-

messo d i id entificare santu ari in località San

Bartolomeo e Fonte Veneziana. A questo pro-

posito, alla fine del V/inizi del IV sec. a.C. risal-

gono suppellettili e doni vo tivi re cuperati

nell’area cittadina, nonché ceramica a vernice

nera la cui produzione si protrae fino al I sec.

a.C., quando viene rimpiazzata dalla ceramica

corallina. D al I V/III s ec. a .C. la c ittà s embra

aver assunto un atteggiamento filoromano; lo

dimostra il fa tto che gli a retini sono stati gli

unici tr a i po poli d’ Etruria a no n approfittare

delle guerre sannitiche per minacciare Roma.

Inoltre, al 302 a.C. si data una guerra intestina

alla ci ttà, tra la fazione aristocratica e quella

servile, che viene r isolta grazie all’int ervento

di Roma che riporta l’aristocrazia al comando.

Di questo episodio lascerebbe tracce un’epi-

grafe di età giulio–claudia, in cui si menziona

un c erto

Aulo S purinna

, tarquiniese, che

avrebbe fronteggiato la guerra. Non a caso, in

diverse documentazioni epigrafiche, risultano

nomi di personaggi romani appartenenti al la

gens Spurinna

. Dal III sec. a.C. la città gode di

un particolare momento d i flo ridezza a cui

vengono fatti risalire complessi sacri, tra cui il

più noto è stato identificato in località Castel-

secco, in contesto fuori urbano che dista circa

3km dal centro, in direzione sud/est. Arezzo si

dimostra ancora filo romana nel 2 05 a .C.,

quando si d istingue dall e al tre ci ttà etrusche

per aver donato ingenti quantità di frumento

ed armi a Pu blio Corn elio Scip ione che stava

preparando la guerra contro Annibale. Il fatto

che la città di Arezzo fosse un centro di primo

ordine lo dimostra anche la semplice constata-

zione c he d al II sec. a .C. vie ne raggiunta d a

strade consolari, t ra cui la Cassia ne l 17 1 a .C.

Dopo la g uerra s ociale d ell’88 a .C., la c ittà

viene ascritta alla tribù Pontina, messa a ferro

e fuoco dall’esercito vittorioso di Silla e, 6 anni

più tardi, precisamente nell’82 a.C., diventa co-

lonia militare con il nome di

Arretini Fidentio-

res

e poco dopo viene insignita del titolo di

colonia cesariana. Dal I s ec. a .C. l a c ittà s i fa

conoscere al mondo antico grazie alla produ-

zione di ceramica sigillata, anche nota in lette-

ratura come “ceramica aretina”; utilizzata per

la di spensa, s i cl assifica come un p rodotto d i

1 G. CAMPOREALE 2004, pp. 333 ss.