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Fig. 1

- Ritratto ad acquerello di Margaret Murray dipinto dalla

sua allieva Winifred Brunton nel 1917 (photo: Stuart Laidlaw;

UCL Art Museum)

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donne pioniere dell’egittologia

Margaret Murray è nota principalmente

per il suo contributo nel campo dell’Ar-

cheologia Egi zia che, c ome per molte

sue contemporanee, non sempre le fu

riconosciuto, ma il suo lavoro di ricerca

e insegnamento fu pari a quello dei suoi

colleghi uomini. Oltre a dare il suo contributo al-

l’archeologia e all’antropologia questa studiosa

fu so stenitrice dei m ovimenti sociali della sua

epoca, come la campagna per il voto femminile.

Anche se generalmente de scritta co me l’assi-

stente del grande egittologo Flinders Petrie,Mar-

garet Murray era un ’archeologa indipendente

che merita tutto il riconoscimento dovuto a una

studiosa del suo calibro.

GIOVINEZZA IN INDIA

Margaret Alice Murray nacque in India, a Calcutta,

il 13 Luglio 1863 e credo chenemmeno lei avrebbe

potuto immaginare quante emozioni le avrebbe

regalato il suo futuro. Nonostante definisse la sua

autobiografia come ‘il racconto di una vita senza

una singola avventura’

1

, Margaret ebbe moltissime

avventure durante i suoi scavi, senza contare che

fu una delle protagoniste della ‘rivoluzione’ che

portò all’accettazione a pieno titolo delle donne

come studentesse universitarie e visse il passag-

gio dell’Egittologia da passatempo per gentiluo-

mini a di sciplina scientifica di tutto rispetto. Se

dovessi scegliere un aggettivo per descriverne la

personalità sarebbe “ anticonvenzionale” in

quanto erano poche le donne come lei nell’epoca

vittoriana. Impegnarsi in una disciplina riservata

solo a uomini non deve essere stato facile e ben

poche donne della sua epoca hanno avuto la for-

tuna (e forse, alcune, anche il desiderio) di viag-

giare come lei fece.

Fino ai trent’anni visse con la famiglia in

India, ma, annoiata a morte dal far nulla,

a circa vent ’anni dec ise di fare volonta-

riato in un ospedale, dove non era certo

trattata con i guanti. Il suo turno andava dalle 8

del mattino alle 8 di sera e il caldo estivo indiano

era decisamente faticoso da sopportare. Tuttavia

la formazione medica di base acquisita si rivelò

molto utile a Margaret in quanto durante le sue

missioni avrebbe spesso curato i lavoratori egi-

ziani sullo scavo o g li abitanti dei villaggi vicini

che s i sarebbero ri volti a lei. Come l ei s tessa

nota, il fatto di avere un discreto successo in un

campo non suo la rendevamolto orgogliosa. Una

volta lasciata l’India non poté continuare ad eser-

citare la sua professione, poiché non era conve-

niente per una ragazza del la s ua estrazione

sociale fare l’infermiera e, anche se fosse riuscita

a convincere suo padre, non aveva i requisiti mi-

nimi di altezza previsti dal rigido regolamento. Si

ritrovò quindi di nuovo senza nulla da fare, ma

questo n on la preoccupò perché, come scri ve

nella sua autobiografia, quando si c erca di tr o-

vare una car riera ‘se i n princ ipio non hai suc -

cesso, tenta, tenta, tenta ancora’

2

. Il suo secondo

tentativo fu di lavorare al servizio della comunità

in circoli parrocchiali, ma l’aria troppo austera e

i lavori troppo casalinghi non erano quello che

cercava. L’Egittologia si rivelò notevolmente più

interessante per la ormai non più giovanissima

Margaret.

ALLIEVA Allo UNIVERSITY COLLEGE

L’inizio della carriera egittologica di Margaret è

una strega agli albori

dell’

ARcheologia egizia:

margaret murray

(1863–1963)

di Emilio Passera

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