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Secondo il Prof. Di Vita, l’orchestra di quest’ultimo
fu spesso trasformata in
piscina
in occasione di
spettacoli acquatici ed ebbe vita fino al VI d.C., mo-
mento in cui terminò il suo utilizzo come Odeon, ri-
velando preziose testimonianze marmoree;
numerose sono, infatti, le copie di epoca Imperiale,
come statue di ninfe, statue ritratto di imperatori,
busti di atleti. Alcune di queste sono attualmente in
esposizione nella Gliptoteca annessa al sito
15
.
Pertanto, è proprio nel cuore del sito archeologico di
Gortina e precisamente nell’Odeon di epoca romana,
che si può tutt’oraammirare in situ laGrande Iscrizione.
LA SCOPERTA, IL RECUPERO, LA PUBBLICA-
ZIONE E LO STUDIO DELL’ISCRIZIONE
L’Iscrizione fu scopertanel 1884dall’epigrafista trentino
Federico Halbherr, giunto a Creta per collaborare con
SirArthur Evans, illustre scopritoredella civiltàminoico
- cretese, alla messa in luce del Palazzo minoico di
Cnosso.
Un primo frammento della celebre epigrafe fu già indi-
viduatonel 1857emurato inunmulinoadiacenteal sito,
ad opera degli studiosi francesi Thenon e Perrot i quali
lo fecero poi trasferire al Museo del Louvre dove è cu-
stodito ancora oggi.
(4)
Il ritrovamento destò l’interesse del professore italiano
di Epigrafia Domenico Comparetti, che inviò il suo al-
lievo F. Halbherr per investigare quel luogo; quest’ul-
timo, fatte deviare le acque del mulino e superate le
minacce dei proprietari dei terreni circostanti, riuscì
scoprire e copiare le prime quattro colonne dell’iscri-
zione
16
.
(5)
In seguito, grazie all’interventodel governatore turcodi
Iraklioe lautamente indennizzati i proprietari dei terreni
inquestione, si cominciòa studiare l’iscrizionenella sua
interezza
17
; E. Fabricius ne pubblicò il testo negli “
Athe-
nische Mittelungen
” del 1884, mentre il Comparetti
fece divulgare lo scritto di Halbherr nei “
Monumenti
antichi dei Lincei
” del 1893.
L’Iscrizione venne poi inserita nel IV volume (Tituli Gor-
tynii) dell’opera monumentale di F. Halberr e M. Guar-
ducci: “
InscriptionesCreticae
”
(IscrizioniCretesi
)del 1950.
Tuttavia, l’edizione più completa, risalente al 1967, si
deve, sicuramente, allo storico inglese RonaldWillets.
In questa forma l’iscrizione fu pubblicata in Grecia nel
1973 dall’Associzione degli avvocati di Iraklio con an-
nessa traduzione e commento filologico testuale della
filologa Eleni Peraki.
È inoltre, dell’intellettuale marxista Nikos Pouliopou-
los la definizione dell’iscrizione come “
primo codice di
diritti umani
”; mentre è merito della Scuola Archeo-
logica italiana di Atene, in connessione con il comune
di Gortina, l’organizzazione del convegno del 2004
tenutosi in occasione dei centoventi anni dalla sco-
perta dell’Iscrizione.
L’IMPORTANZA DELLA GRANDE ISCRIZIONE
L’Iscrizione, collocata ancora nel punto preciso in cui
è stata scoperta, ovvero nell’
Odeion
romano, appare
ai visitatori protetta da una piccola copertura a volta
in laterizio, realizzata dal Servizio Archeologico nel
1889, ed è tutelata da un cancello di ferro antistante.
Definita la “Regina delle Iscrizioni”, quella di Gortina
c u l t u r a
(4) Odeon e mulino.
babilmente si tratta di ambienti di servizio dell’
Odeon
).
16 Le circostanze leggendarie della scoperta e del recupero
dell’Iscrizione sono descritte sia dal Chatzidakis nel volume
“
Storia del Museo di Creta e delle ricerche archeologiche a
Creta
”, Atene 1936, sia dallo stesso Halbherr nelle lettere inviate
al maestro Comparetti, e nella sua pubblicazione del testo.
17 Il governatore turco di Iraklio convocò i proprietari del ter-
reno per spiegare loro che le antichità fossero di proprietà dello
Stato e del
Philekpaideutikòs Syllogos
(Circolo degli Amici del-
l’Istruzione) e che essi avrebbero avuto diritto ad una ricom-
pensa di 8000 franchi dell’epoca.
(5) F. Halbherr.