

Irene Morfini ha oggi un curriculum di tutto ri-
spetto, un percorso che la porta a vivere oggi
un’esperienza che vale un vita di studi, grazie
anche all’amicizia che la lega a un’altra egittologa
con alle spalle una grande esperienza, se pur gio-
vanissima: Mila Alvarez Sosa.
Questa esperienza nasce da un progetto forte-
mente voluto da entrambe, nato proprio nel mo-
mento più drammatico della Rivoluzione d’Egitto,
che porta un nome che suona bene:
Min Project
.
Parliamone.
Dopo aver lavorato in scavi organizzati da altre
missioni archeologiche in qualità di egittologhe e
epigrafiste, Mila e Irene si sentono pronte per diri-
gerne una propria. Si confrontano con la poderosa
opera di Bertha Porter e Rosalind Moss, dal titolo
“
Topographical Bibliography of Ancient Egyptian
Hieroglyphic Texts, Reliefs and Paintings
”, cono-
sciuta più semplicemente come “Porter/Moss”, e
individuano in uno dei luoghi archeologicamente
più ricchi al mondo – la Necropoli di Tebe – un sito
di grande interesse non ancora indagato da nes-
suna missione. Lo scelgono.
Il progetto nasce e cresce tra le loromani con la ra-
pidità e l’entusiasmo di chi ha voglia di mettersi in
gioco e di cominciare. E poi la corsa al Cairo, per
presentarlo alle autorità egiziane, con il timore di
veder naufragare tutto in un rifiuto, al quale rara-
mente è possibile porre rimedio. E la situazione
politica dell’Egitto all’indomani della Rivoluzione,
potrebbe complicare ulteriormente le cose.
Ma il progetto piace e le esperienze professionali
c a m p a g n e d i s c a v o
Mila Alvarez Sosa, direttrice della Missione
Veduta della necropoli dai campi coltivati