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di Mila e Irene sono convincenti: è un si! La con-
cessione di scavo, quello che nell’archeologia del-
l’ottocento veniva chiamato “il firmano”, è tra le
loro mani!
In quel momento prende forma concreta la
“Missione Archeologica Canario-Toscana” in
Egitto, che coinvolge l’Arcipelago delle Canarie,
da cui proviene Mila e la Regione Toscana,
quindi una missione Italo-Spagnola.
E subito il pensiero corre a un’altra missione ar-
cheologica “toscana”, per l’esattezza “Franco-
Toscana”, che nel XIX secolo vide Jean
François Champollion e Ippolito Rosellini visi-
tare l’Egitto all’indomani della decifrazione
della scrittura geroglifica. E’ in effetti la prima
volta che la Regione Toscana ritrova il proprio
nome su una missione di scavo in Egitto, oltre
quella già citata.
Ma dove sarà impegnata a operare la Missione
Canario-Toscana?
La necropoli si trova in quell’area archeologica
conosciuta ai più come Valle dei Nobili, il cui
nome arabo è Sheik Abdel Gurna, dal nome di
un santo locale, dalla quale si gode di un’ottima
vista sul Ramesseum e viceversa.
Le tombe che qui sono state ritrovate – circa
una settantina – sono semplicemente straordi-
narie. Ricordiamo tra le altre quelle di Nakht
(TT52), di Menna (TT69), di Ramose (TT55, di
Userhat (TT56) con scene che presentano tal-
volta una vivacità di colori sorprendente, oltre
a costituire un insostituibile “testo” grazie al
quale gli studiosi hanno potuto approfondire lo
studio sugli usi e i costumi della vita quotidiana
nell’antico Egitto.
Il
Min Project
avrà lo scopo di provvedere al re-
stauro e alla rilevazione delle parti filologiche e
pittoriche dell’ipogeo, per consentire lo studio
e la pubblicazione della tomba di Min, la TT 109,
sindaco di Tjeny e delle Oasi, Supervisore dei
profeti di Osiri e Onuris e tutore del principe
Amenhotep – il futuro Amenhotep II – figlio di
Tutmosi III, al regno del quale la tomba risale.
Nella stessa concessione è compresa anche la
tomba Kampp 327, attigua alla TT 109.
Irene mi racconta tutto questo a Lucca, in una
giornata caldissima, mentre siamo al riparo in
un bar. Parla muovendo le mani, come se do-
vesse dare una forma alle parole, e con
l’espressione del viso imita le situazioni che
racconta. E’ molto piacevole “guardarla” par-
lare!
Mi racconta dell’intesa con Mila, nata e cre-
sciuta tra la polvere degli scavi in Egitto, ed è
convinta che sia proprio questo il valore ag-
giunto, il motore che le ha spinte a superare
ogni difficoltà, pronte a raccogliere le sfide a
cui stanno andando incontro. E forse è proprio
quello che hanno percepito i funzionari del
Mi-
nistry of State for Antiquities
, che a questo
progetto hanno dato l’appoggio come istitu-
zione scientifica di riferimento.
Non è l’unica missione che la Spagna e l’Italia
portano avanti in Egitto, come sottolineano le
egittologhe: "
Si tratta di un altro progetto per
la Spagna e per l'Italia. Ci sentiamo orgogliose
di unirci alle altre missioni archeologiche dei
nostri paesi che stanno portando avanti un im-
portante lavoro nel campo dell'egittologia. Il
sostegno del Ministry of State for Antiquities a
questo progetto è stato fondamentale, così
come quello di tutti i nostri colleghi egiziani
”.
E ci tengono anche a precisare che “
…la con-
cessione di questo progetto va contro le voci
che dicono che l’Egitto si sta chiudendo dopo
la rivoluzione. Noi egittologi continuiano a la-
vorare con normalità, siamo in sicurezza ed i
turisti sono sempre i benvenuti
”.
Ormai siamo tutti pronti e la porta di quella
tomba, al termine della salita che porta al com-
plesso di tombe del “Piccolo Recinto” nella ne-
cropoli di Sheik Abdel Gurna, un poco oltre la
tomba di Nakht, si avvicina sempre di più.
La Missione attende ora gli ultimi documenti
amministrativi, che a causa della situazione po-
litica che tutti noi conosciamo, stanno tardando
un po’ ad arrivare. Ma è solo una questione di
tempo e il
Min Project
decollerà a pieno ritmo.
Insh’Allah!
c a m p a g n e d i s c a v o