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6)

RITROVATO A KARNAK UN GRANDE BASSO-

RILIEVO DI RAMESSE III

Il volto di Ramesse III, il re più famoso della XX dina-

stia, è tornato alla luce perché raffigurato su una

lastra recentemente ritrovata nel Tempio di Karnak

a Luxor. La lastra mostra il faraone intento ad offrire

sacrifici ed offerte al dio Amon Ra, protettore del-

l’impero egizio. Dietro di lui, sono rappresentate la

moglie e la dea Amont mentre indossa la sua fa-

mosa corona.

Fonte:

http://www.antikitera.net

27/04/2012

7)

ORAON LINE LA PIÙ REALISTICA E COMPLETA RI-

COSTRUZIONE DELLA PIANADI GIZA IN 3D

Creata tramite un software della società di Das-

sault Systèmes, in collaborazione con l’Università

di Harvard e il Museum of Fine Arts (MFA) di Bo-

ston, l’applicazione è gratuita e disponibile per di-

versi dispositivi, tra cui monitor di computer e

televisori abilitati al 3D, permettendo a chiunque

ne sia in possesso di vagare per la necropoli, esplo-

rare pozzi e camere sepolcrali, ed entrare in quat-

tro degli antichi templi del sito, tra cui le piramidi di

Cheope e di Micerino. Ma la novità consiste nel

fatto che questo non è semplicemente un altro tour

virtuale di siti antichi che hanno più a che fare con

la fantasia e i videogiochi che con l’archeologia, e

dove i colori, le superfici e i rivestimenti non sono

realistici ma sembrano piuttosto piatti. Il sistema

“Giza 3D” si concentra invece sulla realtà e ripro-

duce una delle sette meraviglie del mondo antico

basandosi su solidi dati scientifici. Il progetto si av-

vale infatti del lavoro di George Andrew Reisner

(1867-1942), un egittologo americano che diresse

la spedizione dell’Università di Harvard e del Mu-

seum of Fine Arts (MFA) presso la Piana di Giza più

di un secolo fa. Reisner, che fu uno dei primi ar-

cheologi ad usare la tecnica fotografica durante gli

scavi, è il motivo principale per il quale il MFA vanta

una delle più belle collezioni egiziane al di fuori del-

l’Egitto. In 40 anni di scavi, Reisner ha portato alla

luce migliaia di reperti e opere d’arte, e ha lasciato

un catalogo completo delle sue esplorazioni, con

circa 45000 negativi fotografici su lastra di vetro,

decine di migliaia di pagine di diari, manoscritti e

relazioni, innumerevoli mappe, diagrammi e note, e

molta corrispondenza. Rimasta praticamente inuti-

lizzata fino agli inizi degli anni ’70 del secolo

scorso, questa immensa mole di dati è stata com-

pletamente digitalizzata ed è ora accessibile all’in-

terno del progetto. Quando i visitatori virtuali

entrano nelle tombe e nelle mastabe, possono cer-

care i reperti trovati lì dalla spedizione Reisner, ve-

dere oggetti in 3D e ottenere immediato accesso a

tutte le informazioni utili. Queste includono diari di

campo, mappe e antiche immagini. Inoltre, la rico-

struzione di templi o tombe scomparsi, ricavata

dalle informazioni disponibili, rende possibile riper-

correre l’intera storia della Piana di Giza durante le

diverse epoche e seguirne lo sviluppo attraverso i

secoli, fornendo così sia uno strumento unico di

insegnamento in aula e sul web, sia un nuovo

strumento di ricerca per gli studiosi moderni. Qui di

fianco il link:

http://giza3d.3ds.com/#discover

Fonte:

http://articles.boston.com

07/05/2012

8)

PRESTO IN MOSTRA AL BRITISH MUSEUM

UN TETTO D’EPOCA ROMANA RINVENUTO

AD ERCOLANO

Per comprendere com'erano costruiti e decorati i tetti

nelle case patrizie dell'antica Roma, fino a un po' di

tempo fa lo strumento più efficace era rappresentato

dagli affreschi pompeiani. Il progetto "Herculaneum

Conservation Project"- l'iniziativa di conservazione

dell'area archeologica campana finanziata dal ma-

gnate americano David W. Packard - ci ha dimostrato

che si può far di meglio! Ecco riaffiorare dalla sabbia

dell'antica spiaggia della città vesuviana, sepolta dal-

l'eruzione del 79 d.C., un tetto ligneo perfettamente

conservato che parecchio ha da insegnarci sulle tec-

niche di costruzione nella prima età imperiale. Il rinve-

nimento ha avuto luogo nel 2010, l'anno scorso il

manufatto edile è stato rimosso e conservato, adesso

verrà restaurato nell'attesa di essere esposto per la

prima volta al pubblico nel 2013 a Londra, fiore all'oc-

chiello della grande mostra che il British Museum sta

preparando su Pompei ed Ercolano. Tra il 2009 e il

2010 i tecnici hanno provveduto ad installare le tuba-

zioni per il drenaggio, un'operazione invasiva ma che

garantirà la messa in sicurezza del sito. Scavando

sono venute fuori le fognature della città romana, ma

anche il suddetto tetto di legno che, secondo gli ar-

cheologi impegnati nei lavori, proviene dalla poco di-

stante Casa del rilievo di Telefo nell'insula orientalis I.

In realtà non si tratterebbe del primo tetto romano rin-

venuto in assoluto. Già in precedenti scavi ne furono

trovati alcuni nei siti vesuviani, ora custoditi nei depo-

siti della soprintendenza di Napoli e Pompei, ma nes-

suno che conservasse parte del suo stato originario. Il

tetto trovato a Ercolano infatti, è contraddistinto dalla

presenza dei pigmenti delle decorazioni cromatiche

antiche. La superficie lignea decorata a cassettoni, se-

condo gli studiosi rappresenterebbe il 40% della

l e n e w s