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dei due gemelli, Alessandro Helios e Cleopatra Se-

lene, in un gruppo scultoreo custodito al Museo Egi-

zio del Cairo. Siamo nel 41 d. C. e dalla relazione

amorosa tra Antonio e Cleopatra nascono tre figli,

due gemelli e un secondo maschio, Tolomeo Fila-

delfo. Fino ad oggi, l’unica di cui si possedeva un’ef-

figie sul verso di una moneta e in una scultura, era

quella di Selene, data in sposa al re Giuba II. Ai ma-

schi invece toccò in sorte una fine peggiore, proba-

bilmente simile a quella riservata a Tolomeo

Cesarione, il figlio che Cleopatra aveva precedente-

mente avuto da Giulio Cesare. Cancellati dalla storia,

probabilmente eliminati fisicamente, come era nel

costume della famiglia Giulio Claudia, la quale si di-

sfaceva dei dinasti considerati pericolosi, di essi si

perse ogni traccia. La scultura che ritrarrebbe i ge-

melli proviene dalla città di Dendera, in Alto Egitto,

dove era custodita all’interno del tempio dedicato ad

Hathor. É alta circa unmetro e raffigura una bambina

e un bambino che si abbracciano affiancati da due

serpenti. La testa degli infanti è sormontata da due

dischi con l’occhio-udjat intarsiato, raffiguranti il sole

e la luna. Il maschio porta i capelli ricci, legati in una

treccia laterale, come in uso tra i bambini egizi, men-

tre la femmina ha i capelli raccolti in un acconciatura

a grandi ciocche, molto simile a quella delle regine

tolemaiche. A rafforzare l’ipotesi che la scultura ri-

tragga i figli di Cleopatra e Marco Antonio c’è anche

il riferimento iconografico al mito egizio di Shu e Tef-

nut, figli del dio Atum e definiti anche come i suoi

occhi, ovvero il sole e la luna. Si è pensato che l’ab-

braccio dei due bambini potrebbe riferirsi alle notti di

plenilunio, quando secondo la mitologia i due corpi

celesti si uniscono, oppure all’eclisse di sole che si sa-

rebbe verificata durante il riconoscimento dei gemelli

di Cleopatra da parte di Marco Antonio. Motivo per

cui, i bambini presero i nomi aggiuntivi di Helios e Se-

lene, con l’intenzione di sottolinearne il legame cele-

ste ed esaltarne la nascita gemellare.

Fonte:

http://www.cnr.it/sitocnr/home.html

20/04/2012

4)

RINVENUTI TRA LE BENDE DI UNA MUMMIA

I FRAMMENTI MANCANTI DI UN IMPORTANTE

MANOSCRITTO

Brisbane, Queensland, Australia. Il museo di questa

città è il protagonista di un’incredibile quanto inaspet-

tata scoperta: si tratta del ritrovamento di alcuni fram-

menti di una raccolta di formule magico-religiose

appartenenti ad un personaggio in vista nell’antico

Egitto, che l’avrebbero dovuto sostenere e proteggere

nel suo viaggio verso l'aldilà, dunque i frammenti di

quello che comunemente viene detto “Libro dei

Morti”. La scoperta è avvenuta di recente nel corso di

una visita ai magazzini del museo da parte di un egit-

tologo del BritishMuseum, John Taylor, curatore della

collezione di mummie attualmente esposte nel museo

australiano. Visitando la collezione australiana, l’atten-

zione di Taylor si è posata su un fragile pezzo di papiro

che riportava un nome a lui familiare, quello di Amen-

hotep, noto funzionario vissuto intorno al 1420 a.C .,

generale dell'esercito e ammiraglio (capo delle bar-

che). Parti del Libro dei Morti di Amenhotep erano già

state ritrovate, ma gli egittologi non erano mai venuti

in possesso dell’intera opera. Alcune di queste sono

infatti sparse nelle collezioni dei più famosi musei del

mondo, dal British Museum di Londra al Metropolitan

Museumof Art di NewYork al Museumof Fine Arts di

Boston. A far pervenire al museo australiano questi

preziosi reperti è stata una donna un secolo fa, in cir-

costanze che non è stato possibile appurare. Prossi-

mamente i frammenti saranno sottoposti a scansione

con l’intenzione di ricomporre le immagini digitali con

le porzioni della collezione del BritishMuseum. Grazie

a questa scoperta sarà forse possibile saperne di più

oltreché sulla vita di un alto funzionario egizio, anche

su una considerevole parte di storia dell’antico Egitto

in uno dei suoi momenti più prosperi.

Fonte:

http://english.ahram.org.eg

21/04/2012

5)

SCOPERTO IL SARCOFAGO DELLA REGINA

BEHENU, RARO ESEMPLARE IN GRANITO ROSA

Un teamdi archeologi ha portato alla luce il sarcofago

intatto della regina egiziana Behenu, vissuta circa

4000 anni, realizzato in uno splendido granito rosa. Il

sarcofago è stato trovato dentro la camera sepolcrale

della regina, nei pressi della sua piramide nell’area ar-

cheologica di Saqqara. Risalente all’Antico Regno, era

stata gravemente danneggiata ad eccezione di due

pareti interne della camera funeraria, contenenti i

“Testi delle piramidi”, abitualmente incisi all’interno

delle tombe reali durante la V e VI Dinastia. Philippe,

il capo La missione francese, con a capo l’egittologo

Collombert , ha recuperato i resti di Behenu nella ne-

cropoli di Pepi I a Saqqara. Sul sarcofago vi sono incisi

i diversi titoli della regina, fra i quali “l’amata moglie

del re”, ma di quale re si tratti non è dato sapere. Tra

gli studiosi c’è chi sostiene si tratti di Pepi I, altri di Pepi

II, entrambi sovrani della VI Dinastia. La piramide di

Behenu, lunga 25metri, fu scoperta nel 2007 insieme

ad altre sei piramidi appartenenti alle regine Inenek,

Nubunet, Meretites II, Ankhespepy III, Miha, e un’altra

non identificata.

Fonti: :

http://www.archeostoria.it/

22/04/2012

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