

amore filiale per i genitori. Temi, questi,
ricorrenti nelle autobiografie o sulle
stele funerarie dell’Antico Regno.
La fotografia della tomba rupestre di
Herkhuf, scavata nella necropoli di Qub-
bet el-Hawa ad Assuan, apre la prima
autobiografia incisa sulla facciata
esterna della sepoltura dell’alto dignita-
rio e capo delle carovane Herkhuf, vis-
suto durante i regni di Merenra e Pepi II
(VI dinastia). Di quest’ultimo sovrano è
riportato il testo integrale della lettera
con cui il re, ancora bambino, racco-
manda di proteggere il pigmeo che il
capo della spedizione, Herkhuf, ap-
punto, sta portando dalla Nubia.
La seconda autobiografia è invece in-
cisa su una stele di grandi dimensioni e
molto nota, ora al Museo Egizio del
Cairo. Il titolare Uni, vissuto sotto Teti I
e Pepi I (VI dinastia), narra le imprese
militari che l’hanno portato, per ben
cinque volte, quale comandante asso-
luto di tutte le truppe egizie e nubiane,
contro le tribù beduine del deserto a
Est del Delta. E il canto di vittoria di
Uni, inserito nel testo già altamente au-
toelogiativo, è un passo che raggiunge
elevati toni poetici e sembra anticipare,
nella struttura, le opere moderne.
Retrocedendo nel tempo, il volume
presenta quattro stele funerarie, inte-
gre, appartenute a nobili della IV dina-
stia e rinvenute nelle màstabe del
cimitero Ovest di Giza. Elemento cul-
tuale funerario, le lastre riportano
scritte con vivaci colori le titolature del
defunto, raffigurato seduto davanti alla
tavola delle offerte; segue una ricca
lista di prodotti quali cibi, bevande, co-
smetici e stoffe di cui il defunto
avrebbe usufruito per l’eternità.
Ed è proprio per quanto riguarda la lista
delle stoffe che gli autori presentano
una nuova lettura interpretativa che
scaturisce da un’accurata analisi dei
segni e da una particolare attenzione
alla logica sinteticità degli antichi Egizi.
Per la specificità del lavoro questo vo-
lume è presente nelle biblioteche uni-
versitarie e nei musei di settore, ma sa
anche affascinare coloro che sono
estranei alla antica cultura egizia in
quanto la chiarezza e la linearità con
cui Chioffi-Rigamonti presentano i testi
rendono l’opera accessibile a tutti.
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