

Due degli esempi più significativi del genio
umano del Paleolitico in Sicilia, sono la
grotta del Genovese
e il
complesso dell’Ad-
daura
, rispettivamente situate presso l’isola
di Levanzo, la più piccola delle Egadi e il
Monte Pellegrino a Palermo. Oltre alla inne-
gabile bellezza di per sé posseduta dalle in-
cisioni rupestri presenti in queste grotte, la
grande risonanza con cui venne accolta la
scoperta fu motivata dal loro collocarsi in
linea di continuità con il fenomeno espres-
sivo che nel Paleolitico superiore investì
l’area franco - cantabrica, per intenderci la
regione compresa tra Francia e Spagna set-
tentrionale dove sono presenti le più fa-
mose grotte di Lascaux e di Altamira. La
grotta del Genovese, di formazione carsica,
posizionata in una cala eponima, si trova
contornata dalla vegetazione tipica della
macchia mediterranea, offrendo scenari di
particolare suggestione naturalistica. Sco-
perta per la prima volta nel 1881 dall’esplo-
ratore R. Giglioli, si dovette attendere il 1949
perché le ricerche scientifiche venissero av-
viate. Quando infatti una pittrice fiorentina,
Francesca Minellono, vi giunse in cerca
d’ispirazione e spinta dalla curiosità vi si ad-
dentrò, si rese immediatamente conto della
magnifica scoperta. Le incisioni rappresen-
tano prevalentemente animali di grossa ta-
glia, anche se non mancano quattro
raffigurazioni umane. Tutti i graffiti sono
stati datati alla fase finale del Paleolitico Su-
periore, ovvero al periodo di passaggio dal-
l'era geologica pleistocenica a quella
olocenica, e precisamente, secondo quanto
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