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s p e c i a l e s i c i l i a p r e i s t o r i c a

Raccontare la “ mia Sicilia “… è questo l’invito che mi è stato rivolto dagli amici di EM e che ho raccolto di buon

grado. Per me non può che essere un onore contribuire nel mio piccolo a render noto, con assoluta modestia

di intenti, qualcuno fra i mille e più volti della mia terra. E se è indubitabile che ogni conoscenza che facciamo

del mondo che ci circonda prende avvio dai sensi, per poi certo proseguire nelle più articolate impalcature in-

tellettuali, provate a spiegare i vostri, per cogliere ciò che Essa, la Sicilia, vuol comunicarci. Eh si, perché riu-

scire a cogliere l’intera gamma di vibranti frequenze emanate dal richiamo di quest’isola non è semplice, a

volte perché la sua stessa voce esita a rendersi udibile in tutta la sua limpidezza, altre perché noi non vogliamo

protenderci ad ascoltarla. Ma per farlo adeguatamente, consentitevi di eseguire un’operazione preliminare, so-

spendete ogni giudizio, ogni conoscenza preconcetta, abbassate le difese della ragione e predisponetevi a

quest’incontro. Torniamo alle origini del fenomeno Sicilia, cerchiamo di cogliere le radici del suo essere, che

affondano profonde nei luoghi della cultura primigenia, dove mito e storia, ideale e reale, si fondono a formare

un universo prismatico, un concreto intrecciarsi di terra e umanità, di natura e cultura, di luoghi mentali tanto

incarnati da risultare molteplici riflessi di quel fascio di luce tanto splendente quanto accecante che è la Sicilia.

Se è vero infatti che ogni cultura si sviluppa in quanto prodotto della relazione uomo - ambiente, non possiamo

non tener conto in prima istanza della sua fisicità, della sua collocazione geografica, spaziale, assai determi-

nante per le sorti del suo sviluppo storico. Essa è infatti un’isola, uno spazio fisico che rimanda concettual-

LA SICILIA

ALL’ALBA

DELLA CIVILTà

di Arianna Zerillo