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Il protobizantino

e le province Orientali dell’Impero, tra storia e archeologia

Ad Arezzo, nella Basilica di San Francesco, è presente la “

Battaglia di Era-

clio e Cosroe

”, un affresco realizzato da Piero della Francesca, noto pit-

tore del Rinascimento italiano; il dipinto appartiene al ciclo delle “

Storie

della Vera Croce

”, ciclo pittorico realizzato in collaborazione con diversi

artisti intorno alla metà del ‘400. La fonte d’ispirazione, per il pittore rina-

scimentale, fu il testo de “

La Legenda Aurea

”, redatto nel XIII secolo d.C.

dal domenicano Jacopo da Varagine, Varazze. La raccolta, che ha come

oggetto le vite dei Santi, costituì per molto tempo il normale repertorio

narrativo cui fecero riferimento i pittori, gli uomini di teatro, gli scultori e

gli artigiani per gli episodi legati alla Chiesa cristiana e ai suoi protagonisti.

Jacopo da Varazze, tra le varie informazioni tramandate, riporta che, nel

615 d.C. il re sasanide Cosroe II, una volta entrato in Gerusalemme, trafu-

gò la vera croce di Cristo; grazie all’imperatore Eraclio la reliquia ritornò

nelle mani della cristianità. La “

Battaglia di Eraclio e Cosroe

” congela un

momento storico delicato e cruciale per l’Impero retto da Bisanzio.

L’Impero romano d’Oriente è nella sua fase più complessa e di maggiore

debolezza: Giustiniano (527-565 d.C.) aveva portato a compimento il suo

disegno della

renovatio imperii

, raggiungendo la massima estensione ter-

ritoriale con l’annessione di popoli e culturemolto diverse tra loro, riunite

sotto il segno della Croce Cristiana. L’avversario è un Impero in conti-

nua espansione: quello della dinastia persiana dei Sasanidi con i propri

sovrani dotati di qualità divine (

hayan

in medio-persiano) e detentori,

come segno di ringraziamento in

virtù della loro discendenza divina

(

yazdan

), del culto zoroastriano. Da

200 anni la dinastia sasanide si era

impegnata a rinnovare le tradizioni,

i fasti e l’espansione territoriale dei

loro antichi predecessori, gli Ache-

menidi, di cui ormai non conosce-

vano più i nomi ma con i quali si

identificavano considerandoli “loro

antenati”. Storicamente i contatti,

sfociati in conflitti tra l’Impero ro-

mano e la dinastia sasanide per il

controllo o il tentativo di controllo

di territori chiave quali la Mesopo-

tamia, l’Armenia e la zona siro-pa-

lestinese, erano stati numerosi e

con vicende alterne: alle sconfitte

di Valeriano, fatto prigioniero da

Šapur  I (260 d.C.) e di Giuliano,

morto in battaglia (363 d.C.), si con-

trappongono le vittorie di Teodosio

II (421 e 441 d.C.); a questi momenti

Battaglia Eraclio Cosroe

Generoso

Urciuoli

aRcheologia