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per cui Sisto V potrebbe aver scelto la piazza posteriore della basilica,

invece di quella anteriore, è il fatto che questa piazza è il punto terminale

della lunga Via Felice (dal nome del pontefice stesso) che congiunge l’E-

squilino, il Viminale e il Pincio. Le manovre per lo spostamento di questo

monolite sono state sicuramente meno impegnative rispetto a quelle

consumate per muovere l’obelisco Vaticano, anche per la notevole diffe-

renza di altezza fra i due monumenti, poco meno di 15 metri il primo

contro gli oltre 27 di quello Vaticano. Il 28 luglio 1587 è stata compiuta la

manovra finale che ha innalzato nuovamente l’obelisco, ma la cerimonia

inaugurale con i rituali esorcistici è avvenuta due settimane dopo, il 13

agosto. La cuspide è stata ornata con lo stemma papale (i tre monti sui

quali poggia una stella) e sopra ancora la santa croce alla quale è stata

anche dedicata l’iscrizione apposta sul lato meridionale del basamento,

quello rivolto verso la basilica: “CHRISTUS PER INVICTAM CRUCEM PO-

PULO PACEM PRAEBEAT QUI AUGUSTI PACE IN PRAESEPE NASCI VOLU-

IT” (“

Cristo per l’invitta croce dia pace al suo popolo, egli che volle nascere

nel presepe al tempo di Augusto

”). Sul lato orientale del basamento, rivol-

to verso l’ingresso di Villa Montalto, una seconda iscrizione recita: “CHRI-

STI DEI IN AETERNUM VIVENTIS CUNABULA LAENTISSIME COLO QUI

MORTUI SEPULCHRO AUGUSTI TRISTI SERVIEBAM” (“

Con grande gioia

venero la culla di Cristo Dio vivente in eterno, io che triste servivo al sepol-

cro del nostro Augusto

”). L’iscrizione sul lato settentrionale invece dice:

“CHRISTUM DOMINUM QUEM AUGUSTUS DE VIRGINE NASCITURUM

VIVENS ADORAVIT SEQ. DEINCEPS DOMINUM DICI VETUIT ADORO” (“

Io

adoro Cristo Signore che Augusto vivente adorò nascituro da una Vergine,

dopo di che egli non volle più essere detto Signore

”). Infine, l’iscrizione sul

lato occidentale recita: “SIXTUS V PONT. MAX. OBELISCO AEGYPTO AD-

VECTUMAUGUSTO IN EIUSMAUSOLEODICATUMEVERSUMDEINDE ET

IN PLURES CONFRACTUM PARTES IN VIA AD S. ROCHUM IACENTEM IN

PRISTINA FACIEM RESTITUTUM SALUTIFERAE CRUCI FELICIUS HIC ERIGI

IUSSIT ANNO M.D.LXXXVII PONT: III” (“

Sisto V P.M., questo obelisco porta-

to dall’Egitto e dedicato ad Augusto nel suo Mausoleo, in seguito abbattu-

to e spezzato in più parti, giacente sulla strada presso S. Rocco, restituito

nell’antico suo aspetto, comandò che fosse qui più felicemente eretto in

onore della salutifera Croce. Nell’anno 1587, 3° del suo pontificato

”)

1

.

L’obelisco Lateranense

Fra tutti gli obelischi romani, quello Lateranense è il più antico di tutti

anche se per uno strano scherzo del destino è stato l’ultimo ad essere

trasportato nell’Urbe. È un enorme monolite in granito rosso alto ben

32,18 metri, il più alto al mondo. L’estrazione dalle cave di Aswan e il tra-

sporto fino al tempio di Amon a Karnak sono stati ordinati dal re Thut-

mosi III (XVIII dinastia, 1505-1450 a.C. circa). I lavori si sono interrotti alla

morte del sovrano e sono stati ripresi e completati con le iscrizioni gero-

glifiche solamente 35 anni dopo dal suo secondo successore, Thutmosi

IV, e lo si evince proprio da una delle iscrizioni che quest’ultimo sovrano

ha fatto incidere su un lato dell’obelisco, come vedremo in seguito. La

stessa iscrizione ci racconta anche un fatto particolare: l’obelisco è stato

eretto sull’asse del tempio e per la prima volta era “unico”, contrariamen-

te all’usanza egizia di erigerli ”in coppia”. In epoca romana, l’imperatore

Augusto per primo ha tentato di rimuovere il monolite dal tempio di

Amon per portarlo a Roma, ma le straordinarie dimensioni e le 455 ton-

nellate di peso del monumento hanno reso impossibile l’opera.

1 Traduzioni riportate dal testo

“Romaegizia:culti, templiedivinitàegizienellaRoma imperiale”

,

di B. De Rachewiltz e A. M. Partini, Roma 1999.

Obelisco Lateranense / ph P. Bondielli