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GLI OBELISCHI EGIZI A ROMA

Paolo

Belloni

EGITTOLOGIA

Il progetto di restaurazione degli obelischi egizi a Roma voluto da papa

Sisto V ha avuto il suo avvio trionfale il 27 settembre 1586 con la cerimo-

nia di inaugurazione dell’obelisco Vaticano. La cristianizzazione del primo

monolite egizio è stata una chiara affermazione di autorità da parte della

Chiesa cattolica in un periodo storico difficile come quello della Controri-

forma. Il papato romano voleva creare in questo modo un legame indis-

solubile con la cultura e la spiritualità del passato, un legame che rag-

giungeva il mondo egizio passando attraverso la grandezza della Roma

imperiale.

L’obelisco Esquilino

Terminata l’installazione dell’obelisco Vaticano, Sisto V ha affidato nuova-

mente all’ormai celebre Domenico Fontana l’incarico di restaurare un

monolite che giaceva – assieme ad un altro quasi simile – fra le rovine del

Mausoleo di Augusto, presso l’attuale chiesa di San Rocco in Via Ripetta.

I due monumenti sono anepigrafi (privi di iscrizioni) e non ci sono notizie

certe né sulla loro origine né su chi li ha trasportati a Roma e in quale

periodo. Alcuni sostengono che questi obelischi siano stati realizzati in

Egitto dal re Psammetico II (XVI dinastia, 590 a.C. circa) e trasportati a

Roma dall’imperatore Claudio (41–54 d.C.), ma questa ipotesi non trova

riscontro nella

Naturalis Historia

di Plinio il Vecchio, pubblicata attorno al

77 d.C., opera nella quale i due monoliti non vengono affatto citati. È più

probabile che siano stati realizzati dall’imperatore Domiziano (81–96 d.C.)

con materiale proveniente dall’Egitto. Lo storico Ammiano Marcellino

nelle sue

Storie

(fine del IV secolo d.C.) scrive che, degli obelischi portati a

Roma dopo Augusto, “

duo in Augusti monumento erecti sunt

”, riferendosi

proprio a questi due monoliti che ornavano l’ingresso del Mausoleo

dell’imperatore e lasciando intendere che erano ancora innalzati all’epo-

ca in cui egli scriveva. I due obelischi sono crollati probabilmente in epoca

medievale e sono rimasti fra le macerie del monumento di Augusto fino

al 1519, quando papa Leone X ha dato disposizione di dissotterrare quel-

lo che un tempo si ergeva sul lato sinistro dell’ingresso del Mausoleo, per

collocarne poi i frammenti in una via vicino alla chiesa di San Rocco. Il

progetto di innalzare questo obelisco ha subito una battuta d’arresto

con la morte del pontefice nel dicembre del 1521 e i suoi resti sono rima-

sti a terra fino al settembre del 1585 quando Sisto V ha deciso di erigerlo

nuovamente nella Piazza dell’Esquilino sulla quale si affaccia la parte po-

steriore della basilica di Santa Maria Maggiore. La destinazione prescelta

è stata espressamente voluta da Sisto V perché nelle vicinanze c’era uno

dei quattro maestosi ingressi della Villa Montalto di cui la famiglia Peretti

(il casato del pontefice) era proprietaria: la villa è stata poi demolita sotto

il pontificato di Pio IX per far spazio alla Stazione Termini. Un altro motivo

Obelisco Esquilino - Wikimedia Commons

ph Martin Knopp