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ti, per cui si può ipotizzare che la
realizzazione dell’una abbia influen-
zato la realizzazione dell’altra. Al di là
di altre considerazioni, lasciamo che
quest’opera ci affascini in tutta la
sua eleganza; nelle mani dei coniu-
gi, raffigurate in un gioco di intrecci
maliziosi, si nota un atteggiamento
amorevole che lega intimamente i
due personaggi. La minuzia di par-
ticolari nella realizzazione dell’urna
porta a considerazioni sulle vesti
morbide della donna che indos-
sa tutulus e calcei repandi. Inoltre,
il forte realismo ed il grado di det-
taglio, indici della straordinaria
maestria dell’artigiano, permettono
di notare fini particolari relativi alla
kline: un letto rialzato, con quattro
zampe intagliate a motivi vegetali a palmetta, che ricorda la lavorazione eburnea. Uomo e donna poggiano su
una sorta di alto e soffice materasso coperto da stoffe che ricadono morbidamente verso il basso e su una
serie di cuscini impreziositi da ricami. Dunque, un’immagine unica nel suo genere ed estremamente prezio-
sa nell’ottica della ricostruzione fedele di una realtà aristocratica che ha lasciato splendide manifestazioni di
sé. Ancora più suggestivo è il Sarcofago di Larthia Seianti, aristocratica a banchetto, identificata grazie all’iscri-
zione sul lato principale dell’urna. (foto 8 e foto 9) L’opera, esposta al Museo Archeologico Nazionale di Firen-
ze, viene datata intorno al 150/130 a.C. e la sua particolarità è la forte policromia che colpisce il visitatore. La
donna è rappresentata semisdraiata sulla kline interamente lavorata con rosoni incastonati tra semicolonne
foto 6 / Tomba degli Scudi, Tarquinia. Necropoli di Monterozzi. Velthur Velcha e Ravnthu Arpthnai.
foto 7 / Sarcofago degli Sposi, Museo Nazionale Etrusco di Villa Giulia, Roma / ph
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