Table of Contents Table of Contents
Previous Page  76 / 136 Next Page
Information
Show Menu
Previous Page 76 / 136 Next Page
Page Background

76

utilizzata durante i banchetti. La scena è contestualizzata entro un am-

biente riccamente decorato di ghirlande appese alle pareti, con ancelle

addette alla realizzazione di corone di fiori: le stesse corone che la mo-

glie sta passando al marito. Il letto su cui sono sdraiati è ricoperto di stof-

fe colorate e si riconosce il cuscino su cui i due si appoggiano. Questa

rappresentazione costituisce davvero un unicum nel panorama dell’arte

etrusca, sotto tutti i punti di vista; non solo, infatti, è preziosissima fonte

di ricostruzione delle ambientazioni e delle cerimonie aristocratiche, ma

spinge anche ad una considerazione importante sul piano sociale. I ge-

sti dolci e affettuosi dei due soggetti, infatti, tradiscono qualcosa di più: vi

viene riconosciuta una coppia coniugale a tutti gli effetti. Ma questa con-

siderazione, che può sembrare banale, in realtà non è affatto da sottova-

lutare dal momento che nella società etrusca, contrariamente al mondo

romano, la donna godeva degli stessi diritti dell’uomo, pertan-

to era ammessa, in qualità di moglie aristocratica, al fianco del

marito in occasione dei banchetti. Ancora una volta, questa li-

bertà venne aspramente criticata dagli stessi autori di II e I sec.

a.C. che già avevano “ghettizzato” e criticato fortemente la socie-

tà etrusca: la piena libertà delle donne alimentava le dissertazio-

ni e le male lingue circa la dissolutezza dei costumi. In ambiente

romano, ma anche in ambiente greco, le uniche figure femminili

ammesse alle cerimonie conviviali erano le etère: cortigiane, in-

trattenitrici, danzatrici, in una parola, prostitute raffinate. Pertan-

to, i sostenitori della tradizione degli antichi, del mos maiorum,

inquadrarono tutte le donne etrusche come donne dissolute,

dedite solo a bere vino e ad intrattenere gli uomini. Donne di

malaffare, come si direbbe oggi. Niente di più sbagliato!

Un’altra strepitosa immagine che concerne il banchetto e che

restituisce la giusta dignità alla donna etrusca, è custodita tra le

pareti affrescate della Tomba degli Scudi, nella necropoli di Mon-

terozzi a Tarquinia; sulle pareti dell’atrio sono rappresentate cop-

pie a banchetto, tra cui si riconosce il proprietario della tomba,

Laris Velcha, in compagnia dellamoglie, Velia Sethiti, nell’atto di ri-

cevere un uovo, dono del marito e

simbolo di fertilità

5

(foto 5). La cop-

pia si presenta semisdraiata sulla

kline coperta di stoffe riccamen-

te decorate in svariati colori e con

motivi ornamentali geometrici tra i

più vari. Davanti a loro si trova una

tavola in legno, predisposta per la

cerimonia, con pani e focacce. Al-

tre coppie compongono la scena,

tra cui Velthur Velcha con la moglie

Ravnthu Arpthnai: quello che colpi-

sce è la presenza dei due suonatori

di flauto e di lira che quindi contri-

buiscono a creare uno scenario

piacevole e rilassato, ad indicare il

fatto che durante i banchetti lamu-

sica fosse un elemento imprescin-

dibile, necessario e molto gradito.

(foto 6) Non soltanto la grande pit-

tura funeraria,maanche la coropla-

stica ha restituito elementi su cui

riflettere; sicuramente noto a tutti

è il Sarcofago degli Sposi, conser-

vato al Museo Nazionale Etrusco di

Villa Giulia, a Roma. (foto 7) L’ope-

ra, una terracotta decorata, si data

all’ultimo quarto del VI sec. a.C. ed

immortala una coppia coniugale a

banchetto la cui iconografia ricor-

da la scena raffigurata sul fronto-

ne della Tomba della Caccia e della

Pesca; effettivamente non siamo

su orizzonti cronologici distan-

5 S. Steingraber 1985.

foto 4 / Tomba della Caccia e della Pesca, Tarquinia. Necropoli di Monterozzi. Particolare del frontone della

camera principale / ph P. Bondielli

foto 5 / Tomba degli Scudi, Tarquinia. Necropoli di Monterozzi. Laris

Velcha e Velia Sethiti.